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UILCOM: Attoniti di fronte al gioco cinico in atto alle spese di 300 lavoratori e delle loro famiglie: chiediamo incontro con il Comune e la Regione

Rimaniamo attoniti di fronte al gioco cinico in atto alle spese di 300 lavoratori e delle loro famiglie, e di quella che è una tra le più importanti istituzioni culturali italiane.

Assistiamo infatti, sulla base della strumentalizzazione anche politica dei problemi e delle vicende, da una parte al solito affannato gioco del cerino e dall’altra all’arte della drammatizzazione del dramma.
Il commissariamento della Fondazione, tanto invocato e cercato da parte di alcune delle forze in campo, sta palesando le prime nefaste conseguenze che le scriventi O.O.S.S. avevano chiesto ripetutamente di scongiurare.
La grave assenza di programmazione da settembre prossimo, che lascia presagire il rischio sempre più reale di cassa integrazione per i dipendenti, si somma al drammatico vuoto artistico che rende ad oggi impossibile la costruzione di una programmazione adeguata per il 2024.
Tutto questo sotto l’ombra minacciosa del rischio della liquidazione coatta amministrativa.


Posto che la sopravvivenza del Teatro, a meno che chi ha responsabilità decida cinicamente di farla pagare ai lavoratori, si ottiene solo attraverso un contributo economico straordinario che noi chiediamo con forza e che le istituzioni pubbliche hanno il dovere di dare – quello necessario, ne più ne meno -, il nostro intento è sottrarci alla rissa mediatica fine a se stessa e rilanciare un tema che ci è da sempre stato caro: che tipo di Teatro si vuole per la nostra città?

Ci sono domande a cui tutti gli attori in campo, a cominciare da tutte le OO.SS., devono provare a dare una risposta in spirito di collaborazione. La prima fra tutte, che bene ha espresso Alberto Mattioli, critico musicale; la riflessione su “ciò che deve essere il Maggio, il suo rapporto con la comunità, la strana natura di una istituzione che è un festival ma anche teatro ordinario”. Un Teatro che aveva una stagione sinfonica dedicata, una vocazione internazionale con le sue tournée in tutto il mondo e che oggi ha una struttura con grandi potenzialità ma di fatto impossibili da sviluppare a queste condizioni.

Vorremmo perciò, a partire dai bilanci, dalla relazione del Mef e dalla relazione che ancora il commissario Cutaia malgrado il suo impegno alla trasparenza non ci ha ancora reso accessibili, aprire un tavolo di confronto costruttivo con le istituzioni, la Regione ed il Comune ai quali chiediamo un progetto del Maggio per Firenze e per la Regione Toscana. Ci sono sinergie da stringere, nuove strade da aprire per il Maggio sul territorio e sfide lasciate intentate che secondo noi vale la pena prendere in esame.

I lavoratori del Maggio hanno sempre dimostrato di voler fare di più, non meno. Non si sono mai tirati indietro.
Per quanto su scritto Fials e Uil chiedono un incontro con il Comune e la Regione per l’apertura di un dialogo che possa mettere in campo le basi per salvare il presente e costruire il futuro del nostro Teatro.