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Privatizzazione Poste, ADOC Toscana: “Contrari e preoccupati per questo processo, rappresenterebbe un indebolimento dei servizi”

Come Adoc Toscana, non possiamo che sottoscrivere con forza quanto dichiarato dalla nostra Presidente Nazionale Anna Rea: “Siamo fortemente contrari e preoccupati rispetto al processo di privatizzazione di Poste Italiane, indicato dal Governo. Ciò rappresenterebbe un indebolimento dei servizi universali alle persone, soprattutto per le fasce più vulnerabili e per chi vive in luoghi decentrati e periferici, la desertificazione degli sportelli e lo spostamento del core business su prodotti finanziari diversi dal tradizionale risparmio postale.

Inoltre, da poco più di un anno, partecipando al Piano Complementare al PNRR, Poste Italiane aveva lanciato il Progetto Polis che prevedeva la creazione di sportelli unici multifunzionali di prossimità con l’obiettivo di promuovere la coesione sociale e superare il digital divide.

Si tratterebbe di dismettere una parte integrante del nostro tessuto economico, sociale e produttivo che rischia di assomigliare sempre più a un esercizio commerciale e non a un asset strategico del Paese, mettendo nelle mani dei privati piani e soldi del PNRR.”

Prosegue Leonardo Ferroni – Presidente di Adoc Toscana Aps: “Esprimiamo la nostra preoccupazione sulla privatizzazione delle quote di maggioranza azionarie di Poste Italiane proposta dal Governo.

Tale operazione segue quella del 2015, quando il Ministero del Tesoro collocò 461 milioni di azioni, il 35,3% del capitale sociale, ad investitori istituzionali, dipendenti e piccoli risparmiatori.

Tale operazione nell’idea del Governo servirebbe a recuperare risorse finanziarie per le casse dello Stato.

Poste Italiane è un’azienda patrimonio dello Stato che versa in “buona salute” con un fatturato di oltre 24 miliardi di euro ed un utile netto di oltre 1,5 milioni di euro.

Premesso che Adoc da sempre è contro qualsiasi tipo di privatizzazione totale e guarda con sospetto le privatizzazioni massive, dobbiamo anche tenere presente la configurazione morfologica del nostro territorio.

La privatizzazione di Poste Italiane proposta dal Governo, non solo indebolisce i servizi universali, ma va ad indebolire e desertificare interi comuni che da anni si vedono togliere piano piano tutti i servizi di vicinato necessari al fine abitativo. Presto ci troveremo comuni fantasmi e questo soprattutto nelle zone periferiche e montane”.