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Il discorso del Segretario Generale Paolo Fantappiè per il Primo Maggio

 

Il discorso del Segretario Generale Paolo Fantappiè al comizio tenuto a Pontassieve (FI) per il Primo Maggio:

E’ un primo maggio di mobilitazione, dove al centro troviamo ancora i problemi legati al lavoro, un lavoro ancora povero e precario: 4 milioni di italiani che guadagnano meno di mille euro nette al mese; 5 milioni di italiani con contratto di lavoro scaduto; 1 milione di lavoratori in nero; 2 milioni di giovani che hanno smesso sia di studiare che di trovare lavoro.

La nostra Costituzione che è diventata ormai una carta inapplicata, il principio del primo articolo della costituzione è stato disatteso. “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”: ma quale lavoro? Su 7 milioni di contratti di lavoro stipulati, l’84% di questi è precario! 

Non si permette di avere un futuro ai nostri giovani che stanno lasciando la nostra nazione per andare all’estero. Uno strano paese il nostro perché nel frattempo le nostre imprese lamentano di non trovare  mano d’opera: una contraddizione nella contraddizione!

Non si investe negli uffici di collocamento pubblici, non si incrocia la domanda con l’offerta di lavoro, creando questo paradosso, ovvero giovani che vanno all’estero per trovare condizioni migliori ed imprese che cercano personale. Ma qui si innesta un altro problema: i salari, gli stipendi troppo bassi! Pagate di più i giovani, offrite condizioni di lavoro più dignitose ed umane e vedrete che troverete mano d’opera!

Come sindacato abbiamo più volte chiesto di rendere disponibile un unico tipo di contratto, quello a tempo indeterminato, stabile, abolendo tutte le forme di precarietà che rendono un lavoratore un fantasma perché impossibilitato a programmarsi una vita futura

Il salario in Italia – in termini di stipendio netto – è il più basso tra i paesi dell’OCSE e dell’Europa.

Nel frattempo il lavoro è tassato per una media del 40%, mentre la rendita per una media del 20%: la verità è che l’Italia non sta investendo sul lavoro!

Come sindacato avevamo chiesto la detassazione degli aumenti economici nei rinnovi contrattuali e sulla tredicesima, ma il governo non ci ha ascoltato. Sarebbero stati aumenti economici in busta paga certi e concreti. Sui salari chiediamo un intervento delle imprese: devono riconoscere la maggiore produttività, la crescita della produzione e del fatturato, ridistribuendo le risorse economiche incassate anche ai lavoratori; solo così si riducono le disparità e le diseguaglianze.

Abbiamo bisogno anche di un tessuto imprenditoriale diverso, più strutturato, con aziende più grandi: ricordiamo che oltre il 90% delle nostre imprese sono piccole, con tre o massimo quattro dipendenti. Con queste dimensioni così micro che tipo di investimenti si possono fare? Sulla sicurezza, sulla formazione, sulla digitalizzazione dove troveranno i soldi? In che modo riusciranno a gestire una concorrenza mondiale molto agguerrita?

 

Nel frattempo si muore sul lavoro, subiamo delle vere e proprie stragi: Brandizzo, il cantiere Esselunga in via Mariti e la centrale idroelettrica di Bargi. Proprio qui vicino, alle Sieci, qualche settimana fa un operaio è rimasto schiacciato sotto una gru, morendo sul colpo.

Ogni anno muoiono sul lavoro più di 1000 persone. 3 persone al giorno perdono la vita. 500.000 incidenti sul lavoro all’anno. Numeri pazzeschi, che ci dicono una cosa chiara: serve recuperare il valore del lavoro e la dignità della persona. La vita prima del profitto!

E’ una strage infinita che non possiamo più tollerare: servono fatti, basta parole! Servono investimenti pubblici e privati sulla formazione sulla prevenzione; servono condizioni di lavoro migliori, meno carichi di lavoro, più ispettori del lavoro e più controlli; serve una procura speciale specifica per gli infortuni sul lavoro; serve istituire il reato di omicidio sul lavoro; ma soprattutto serve non dare più lavoro a chi si macchia di reati per aver violato leggi e regolamenti sulla sicurezza e la salute dei lavoratori: chi provoca morti sul lavoro non deve più lavorare! Così sta prevalendo la cultura del profitto a tutti i costi

Ricordiamo il caso della morte in un orditoio a Montemurlo – la povera Luana D’Orazio – dove per aumentare la produzione e la produttività erano stati rimossi i dispositivi di sicurezza. In questo caso sono stati condannati i datori di lavoro con patteggiamento senza un giorno di reclusione. Loro continuano normalmente a lavorare mentre Luana non c’è più, nella disperazione della sua mamma e della sua famiglia.

Chi sbaglia deve pagare! Non deve più lavorare!

Le ispezioni che vengono fatte dagli organi di vigilanza in Toscana evidenziano che il 98% delle stesse terminano con un irrogazione di una sanzione per violazione di norme e leggi relative alla sicurezza. 

Vogliamo zero morti sul lavoro! Dobbiamo parlare di sicurezza sempre e non solo quando capita una tragedia. Serve una cultura della sicurezza, serve un nuovo modello di sviluppo che metta al centro la persona. Abbiamo troppi appalti e subappalti a cascata con gare al massimo ribasso: basta con i subappalti a cascata! Basta con le gare al massimo ribasso! Il sindacato continuerà a fare queste battaglie nel rispetto della vita e delle persone, non mollerà mai sul tema della sicurezza!

Abbiamo visto cosa c’era nel cantiere Esselunga di via mariti a Firenze: lavoro in nero, sfruttamento, condizioni di lavoro sempre piu flessibili. Stiamo tornando ai tempi dei primi del ‘900, quando morire sul lavoro era una normalità e le condizioni di lavoro erano disumane. Stiamo tornando indietro invece di andare avanti!

 

I pensionati e le pensionate vogliono risposte certe sullo stato sociale e sul sistema sanitario. Vogliamo un’assistenza dignitosa e degna di questo nome! Il sistema sanitario pubblico presenta delle gravi lacune dovute alla scarsità degli investimenti e dalla mancanza di personale sanitario. 9 milioni di italiani hanno smesso di curarsi perché non hanno risorse per pagare la sanità privata: stiamo perdendo il diritto alla salute sancito dalla Costituzione come diritto universale e gratuito.

Liste d’attesa chilometriche per prenotare analisi od interventi chirurgici con pronti soccorso ingolfati: cosi non va! Questo è un paese che invecchia: servirebbe più attenzione per gli anziani, servono risposte concrete. L’assistenza domiciliare e l’assistenza ai non autosufficienti ormai è tutta a carico delle famiglie che si indebitano per non lasciare senza assistenza i loro genitori: è una schifezza per uno stato moderno e civile come il nostro!

 

Di dichiarazioni elettorali da parte dei nostri politici e delle nostre istituzioni non ne possiamo più! Ora servono fatti, basta parole!

Il patto di stabilità che abbiamo sottoscritto in Europa prevede programmi di rientro dal debito pubblico  che comporteranno inevitabilmente tagli sullo stato sociale, sulla sanità e sulle pensioni.

Allora serve andare a cercare i soldi da chi ce l’ha ovvero dalle  multinazionali, bigpharma, Amazon, grandi società finanziarie, banche, assicurazioni. Dobbiamo tassare di più i profitti e gli extraprofitti che hanno fatto in questi anni di pandemia e post pandemia! 

Il governo ha prima promesso di tassare le banche e poi è tornato indietro sui suoi passi; si deve invece colpire le banche e  le multinazionali che hanno fatto registrare profitti da capogiro. Quelle banche che ci hanno aumentato i mutui o prestiti, mettendo alla fame molte famiglie che si sono viste raddoppiare la rata di mutuo mensile. Vergogna!

Se si tassassero le multinazionali, le banche ecc. si potrebbero trovare diversi miliardi da utilizzare per ridurre povertà e diseguaglianze, ancora troppo forti nel nostro paese.

Abbiamo un’evasione fiscale pazzesca: 100 miliardi l’anno. Lo dice la Banca d’Italia, non il sindacato. Allora agiamo lì con forza e determinazione, aumentando le sanzioni per gli evasori ed applicando la carcerazione come succede nei paesi anglosassoni per chi non paga le tasse!

 

Anche sul capitolo pensioni abbiamo da dire tanto. Serve una riforma vera che diversifichi le uscite dal lavoro rispetto alla pesantezza ed alla gravosità stessa del lavoro: i lavori non sono tutti uguali.

Vanno aumentate le pensioni, devono essere rivalutate perché nel frattempo l’inflazione ha fatto passi da gigante!

Serve una pensione di garanzia per i giovani che non hanno una continuità contributiva se non vogliamo creare nel prossimo futuro un esercito di pensionati poveri se non poverissimi.

 

In Toscana serve lavoro di qualità, abbiamo ancora troppo lavoro povero! Si è poveri pur lavorando, questa è la caratteristica di oggi: dobbiamo portare in Toscana lavoro ad alto contenuto tecnologico  e riportare al centro la manifattura e l’industria, se vogliamo dare un futuro certo alla nostra regione ed ai nostri giovani.

Abbiamo una grande occasione in Toscana: il Piano di ripresa e resilienza ed i Fondi strutturali europei, che porteranno in tutto 12 miliardi di euro nella nostra regione, soldi mai visti negli ultimi 70 anni.

Dobbiamo saperli spendere per migliorare i nostri servizi e le nostre infrastrutture, per creare posti di lavoro stabili sicuri e ben pagati.

Invece questo tema resta troppe volte in sordina, non se ne parla adeguatamente. Vogliamo come sindacato un tavolo di confronto per capire come si può rilanciare, con tutti questi soldi, l’occupazione nella nostra regione, il benessere ed il miglioramento della vita dei cittadini toscani, anche in termini di cure sanitarie e di mobilita’. Queste ingenti risorse passano una sola volta, un’occasione unica, non ce ne saranno altre!

 

Veniamo al tema di questo Primo Maggio: l’Europa.

C’è bisogno di costruire un’Europa diversa dall’attuale, più attenta ai temi del lavoro, della sicurezza del lavoro, della salute, della scuola e della formazione. Oggi assistiamo all’Europa delle rendite, delle banche, dell’alta finanza e dell’austerità. Vogliamo invece un’Europa solidale, più attenta alle esigenze delle persone.

 

Le parole “solidarietà” ed “aiuto ai più deboli” devono caratterizzare le future politiche europee.

Sentiamo l’esigenza di cambiare le cose, con scelte economiche diverse, improntate non sull’austerità ma su politiche keynesiane di sviluppo ed investimenti per un maggior benessere dei cittadini europei, per migliorare il welfare, il lavoro, la sanità e l’istruzione.

Ed infine, fatemi terminare ribadendo che serve bloccare le guerre in corso in Europa e nel Medio Oriente: vinca la pace sempre! Contro ogni dittatura ed ogni azione che soffochi la democrazia! 

 

Ricordiamoci che la libertà e la democrazia devono essere conquistate e difese ogni giorno. La nostra classe politica sta presentando alle votazioni europee un signore che ha dichiarato testualmente in questi giorni:

“Mussolini? Uno statista come Cavour. Antifascismo? A me non piace essere anti. Ordine pubblico? Quando si prevaricano le regole le piazze diventano una gazzarra e serve il manganello, chi manifesta si mette nelle condizioni di essere manganellato. L’aborto? Non credo sia un diritto. La scuola? Dovrebbe essere come lo sport dove si mettono insieme prestazioni simili, ergo i disabili devono stare con i disabili”.

Queste le parole del generale Vannacci che correrà per il Parlamento europeo.

E non ci dobbiamo preoccupare di un ritorno alla dittatura e di difendere la democrazia?

Come sindacato respingiamo e respingeremo sempre queste parole razziste, deliranti e pericolose. CGIL, CISL e UIL saranno delle sentinelle attente a difendere la democrazia e la libertà, lotteranno sempre affinché questi valori che hanno visto sacrificare milioni di persone con la propria vita, siano sempre i capisaldi della nostra civiltà!

 

Viva la libertà e la democrazia!

Viva la nostra Costituzione!

Lottiamo ancora con sempre più determinazione per un lavoro sicuro, stabile e ben pagato, contro ogni disuguaglianza e per la giustizia sociale!

Viva CGIL, CISL e UIL!

Buon Primo Maggio!”