Fantappiè a La Nazione: “Manca un piano regionale delle infrastrutture necessarie per rilanciare la Toscana”
Di seguito l’intervista del Segretario Generale della UIL Toscana Paolo Fantappiè a La Nazione:
“Benché i dati di Irpet in Toscana siano positivi in termini di Pil e occupazione, siamo molto preoccupati per la qualità del lavoro: un lavoro povero, con più 190mila toscani che guadagnano meno di 12mila euro netti all’anno, e di scarsa qualità”. A dirlo Paolo Fantappiè, segretario generale Uil Toscana. “Inoltre – spiega – manca un piano di sviluppo infrastrutturale chiaro e una messa a terra di quello già finanziato e progettato, mentre servizi come quello sanitario perdono di qualità, contraddicendo sempre più il decantato modello toscano”.
Ma cosa serve per far decollare l’economia e il lavoro? “Un modello imprenditoriale formato da imprese più grandi e strutturate, diverso dalla microimpresa, per sostenere le sfide future della transizione ecologica e digitale, prevedendo forti investimenti e cambiamenti organizzativi sul lavoro. In Toscana abbiamo fatto entrare grandi multinazionali che sfruttano il territorio, prendono tutti i benefici fiscali e gli investimenti possibili, lasciando spesso macerie in termini di mancati investimenti e tagli occupazionali. Il modello della multiutility toscana potrebbe essere un esempio di alta visione, un modo per offrire un servizio più efficace ed efficiente, con tariffe più basse, attento al lavoro e ai lavoratori”.
E ancora il Pnrr. “Il Piano è un’ancora di salvezza – spiega Fantappiè – fondamentale per rilanciare la Toscana e allontanarla da una sicura retrocessione: arriveranno quasi 13 miliardi di euro, che genereranno quasi 100mila posti di lavoro stabili nei prossimi 78 anni. Dobbiamo spenderli bene, con progetti importanti e lungimiranti. Non come quelli proposti finora: 8mila progetti di cui il 30% sotto la soglia dei 100mila euro. E serve una cabina di regia che coordini le attività e aiuti i Comuni più piccoli nella progettazione”.