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Criticità e prospettive della sanità in Toscana

Sanità pubblica: se non cambia la politica nazionale restano pochi spazi di miglioramento, che tuttavia dobbiamo responsabilmente utilizzare con la rapidità richiesta dai bisogni degli operatori e dei cittadini

 

La sanità toscana ha delle criticità non indifferenti. Tra queste possiamo contare:

  • Il tetto massimo alle assunzioni dal 2004, che limita le assunzioni al 2%
  • Il numero chiuso nelle università e la scarsa disponibilità di professionisti
  • I salari molto più bassi della media europea e il rinnovo del contratto, che i medici italiani aspettano da ben dieci anni
  • Le lunghe liste di attesa sono un fenomeno che interessa tutti i sistemi sanitari europei, ma non per questo sono accettabili
  • I pronti soccorso sono intasati da prestazioni di bassa complessità che dovrebbero essere trattate in altri luoghi territoriali
  • Le sale operatorie dispongono di risorse per lavorare solo 8 ore al giorno
  • Le diagnostiche in molti casi sono costrette a lavorare al 50% delle loro potenzialità

Risultato: accanto a molte eccellenze, per le quali anche la Toscana viene ritenuta dallo stesso Ministero una delle migliori in Italia, convivono tantissime criticità che mettono a rischio sia il prezioso lavoro degli operatori sia la salute dei cittadini.

Tutto ciò è al centro di denunce ed iniziative sindacali, che da sempre anche la UIL FPL porta avanti con manifestazioni e scioperi. Per noi, mentre rivendichiamo un deciso cambio di rotta della politica nazionale, occorre a livello regionale cambiare il paradigma della programmazione. Occorre finalizzare una parte significativa del fondo sanitario regionale ad investimenti verso quei settori ritenuti oggi strategici per superare le criticità, con un progetto straordinario triennale: 

  • Diagnostiche aperte h24 per 365 giorni, utilizzando anche la telediagnostica
  • Sale operatorie aperte 12 ore e 7 giorni su 7 – escluso quelle per le urgenze che devono essere sempre disponibili – valorizzando anche gli ospedali più piccoli (che hanno grandi disponibilità), così da recuperare in breve tempo le 35 mila prestazioni che superano i normali tempi di attesa.
  • Aprire subito nelle nuove Case della Salute i punti di primo soccorso per costruire alternative all’utilizzo del pronto soccorso in caso di bisogni a bassa complessità.
  • Potenziare la medicina domiciliare, utilizzando pienamente le risorse che le nuove tecnologie – anche quelle diagnostiche – mettono a disposizione
  • Costruire un fondo regionale per sostenere ed incentivare gli operatori nelle zone disagiate e quelli che saranno impegnati a coprire più ambiti territoriali.
  • Ampliare i servizi e i posti letto a bassa complessità ed a gestione prevalentemente infermieristica.
  • Implementare le risorse umane adeguate in ogni profilo professionale, al fine di erogare i servizi senza la tensione attuale e i relativi rischi
  • Rivedere il ruolo del curante e filtro tra lui e l’accesso ai Pronti soccorso
  • Favorire al meglio la mobilità degli operatori per consentire la vicinanza alla famiglia
  • Lavorare sulla mobilità totale nelle aree per ricollocare lavoratori non più idonei al profilo di assunzione

Con queste azioni da realizzare nel breve periodo saranno possibili miglioramenti per la sanità pubblica, che deve restare tale e mantenere fermo il suo carattere universale basato su un sistema fiscale equo e proporzionale.

Ci confronteremo a breve con la Regione Toscana, dalla quale ci aspettiamo un deciso cambio di passo.

 

Segreteria UIL FPL Toscana & A.V. Centro