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Caporalato, Fantappiè e Capponi: “Sfruttamento presente, sono soprattutto stranieri. Occorre una migliore integrazione e più controlli sul campo”

Continuano le operazioni contro i caporali in Toscana, anche ieri diversi arresti hanno portato alla luce l’ennesima situazione di sfruttamento, con paghe di 0,97 centesimi all’ora per oltre dieci ore lavorate al giorno. 

 

Secondo Paolo Fantappiè (Segretario Generale UIL Toscana) e Federico Capponi (Segretario Generale UILA Toscana), nella nostra regione è “ben presente un fenomeno malavitoso di intermediazione di manodopera che configura lo sfruttamento di lavoratori, per lo più stranieri. Questo si collega al sistema degli alloggi e trasporti di queste persone, appena arrivate nel nostro Paese, come nel caso di Livorno: in questo senso la prima necessità si trova in una migliore integrazione degli immigrati in Italia, anche utilizzando gli strumenti della bilateralità.”

 

Continuano Fantappiè e Capponi, indicando come fondamentale il tema dei controlli, che devono essere “essenzialmente più radicati, più incisivi perché, come vediamo, laddove c’è un controllo capillare si riesce a far emergere le situazioni irregolari e si riesce anche a far fronte a situazioni di vero e proprio sfruttamento”.

Il mondo agricolo in Toscana però non è solo caporalato, ma “presenta anche forti tratti di legalità, di qualità e di eticità: in questo senso è importante far emergere e premiare le aziende virtuose, tramite la piena applicazione della legge 199 sul caporalato – fortemente voluta dalla UILA – che, tra le altre cose, prevede l’iscrizione alla Rete Agricola del Lavoro di Qualità. Si tratta, in sostanza, di una sorta di autocertificazione su quelle che sono le manodopere, sul rispetto dei contratti e delle norme sulla salute e sicurezza. In questo senso ci appelliamo alle aziende e al mondo delle rappresentanze datoriali delle associazioni agricole, per investire e comunque promuovere le iscrizioni alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, oltre a cercare di promuovere anche protocolli che siano indirizzati nello scardinare oppure nell’azzerare alcuni punti d’ombra, come quello dei trasporti e degli alloggi degli immigrati.”

 

Fantappiè e Capponi concludono evidenziando che la “L.199 fornisce gli strumenti per arginare e combattere il caporalato, basterebbe stringersi attorno ai cardini di questa legge. Occorre condannare fermamente i fenomeni di illegalità, ma anche promuovere modelli di legalità e sostenibilità.”