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Venator, la posizione della UIL: “La multinazionale passi ai fatti, le risorse le ha visti gli ultimi utili”

Lo scorso 13 luglio la Regione Toscana – dietro sollecitazione dei Segretari Generali di Cgil, Cisl e UIL della Toscana – ha convocato un tavolo di discussione sulla vertenza Venator. Presenti gli assessori regionali Marras e Monni, l’Amministratore Delegato Venator, i Sindaci di Follonica, Roccastrada, Monterotondo, Montieri e Scarlino, rappresentanti sindacali di CGIL, CISL, UIL e UGL.

Apre l’incontro l’Assessore Marras facendo una breve cronistoria della vicenda e sottolineando come ad oggi vi sia una diffida per l’azienda nel continuare a conferire i gessi sulla cava di Montioni a seguito dell’intervento dei NAS e come ad oggi non vi siano reali alternative né proposte concrete per soluzioni diverse.

Per l’azienda parla l’Amministratore delegato prefigurando scenari cupi con la possibilità che lo stabilimento possa andare verso un processo di crisi profonda. Sostiene inoltre che sia la magistratura che le parti regionali hanno chiuso tutti gli spiragli per possibili soluzioni e che in questo momento emergenziale rimangono ben poche soluzioni. Nel giro di 2 settimane quindi sarà deciso il destino del polo di Scarlino dai vertici di Venator.

Le parti istituzionali e soprattutto i sindaci esprimono grande preoccupazione e stupore per lo scenario delicato che si potrebbe aprire e chiedono, insieme alla regione, l’impegno a firmare un protocollo programmatico da parte dell’azienda.

Come UIL interveniamo dicendo che nel corso di tutti questi anni l’azienda si era impegnata per la riduzione dei gessi rossi poiché la mole prodotta equivale a quella di molti distretti della Toscana e che, nonostante ciò, ad oggi tale riduzione non c’è mai stata. Oltre a questo, vedendo la presentazione dei dati del primo trimestre 2022, si evince come l’azienda nel comparto del TiO2 abbia avuto un’impennata nei ricavi (510 milioni di $) con un aumento del 23% rispetto all’anno precedente. A fronte di ciò, come UIL ci chiediamo come sia possibile che l’azienda non voglia investire sul territorio per trovare una soluzione di programma che consenta di avere una prospettiva di lungo termine.

Nel contempo si mette in guardia tutti gli attori istituzionali per un’eventuale crisi occupazionale così importante che coinvolge anche l’indotto (2000 persone circa).
Si conclude l’incontro con la volontà dell’azienda di restare sul territorio con l’intenzione di trovare soluzioni efficaci a partire dalla stipula di un protocollo con le istituzioni.

Firenze, 19 luglio 2022