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Uilposte e Slc-Cgil: “Con il recapito a giorni alterni tagliati 61 posti di lavoro nella provincia di Arezzo”

Presidio di protesta contro la riorganizzazione di Poste Italiane. Nardi (Uilposte) e Benedetti (Slc-Cgil): “Faremo il possibile per fermare le scelte scellerate dell’azienda”

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Si è tenuto stamani davanti alla Prefettura di Arezzo il presidio organizzato da Slc-Cgil e Uilposte per dire NO alla riorganizzazione di Poste Italiane a cui hanno partecipato u centinaio lavorarori. Con il recapito a giorni alterni, che partirà a maggio in provincia di Arezzo e che poi si estenderà nel resto della Toscana, si assisterà al taglio di 61 posti di lavoro. Al presidio hanno presenziato anche i sindaci di Sestino, Marco Renzi, e di Caviglia, Leonardo Degl’Innocenti o Sanni, e l’assessore al Comune di Arezzo, Barbara Magi.

Una delegazione di sindacalisti è stata ricevuta dal Prefetto Vicario che ha espresso sensibilità e interesse verso le problematiche sollevate da Cgil e Uil.

Il recapito a giorni alterni, così come portato avanti dall’azienda, peggiorerà la qualità del servizio reso ai cittadino e allo stesso tempo comporterà un aggravio delle condizioni di lavoro. Nel complesso saranno 61 le zone di recapito tagliate (e di conseguenza altrettanti posti di lavoro) in tutta la provincia di Arezzo, oltre alla chiusura già prevista del CSD (Centro Secondario di Distribuzione) di Badia al Pino, che verrà trasferito al CDM di Arezzo, e il PDD (Presidio Decentrato di Distribuzione) di Badia Tedalda, che invece verrà trasferito a Sansepolcro con evidenti disservizi sulla consegna visto che i portalettere saranno costretti a fare 50-60 km in più.

“Non possiamo permettere un depauperamento progressivo del sistema del recapito, e quindi dell’intera azienda – spiegano Renzo Nardi, segretario Uilposte Toscana, e Graziano Benedetti, coordinatore Slc-Cgil Toscana – La conseguenza delle scelte scellerate di Poste Italiane sarà meno servizi ai cittadini e meno lavoro. Si comincia da Arezzo con 61 posti in meno e comuni montani su cui graveranno le difficoltà maggiori con il recapito a giorni alterni, ma finirà presto per toccare tutta la Toscana. Non ci fermeremo qui e faremo il possibile perché questo non accada, né ad Arezzo né altrove”.

Arezzo, 15 aprile 2016