Tramvia, Cgil-Cisl-Uil Firenze dicono sì al prolungamento fino all’Osmannoro
“Interessante contributo nella proposta di Confindustria, Camera di Commercio e Confcommercio”
Che le aree industriali debbano essere dotate di un trasporto pubblico efficiente è una priorità che, come sindacati, non ci stanchiamo di ricordare in ogni occasione. Da tempo sosteniamo che l’area industriale di Osmannoro (come quella di Scandicci) possa e debba essere servita da una vera e propria tranvia. Il trasporto pubblico su ferro, infatti, non solo è la forma più efficiente, conveniente e certa nei tempi di percorrenza, ma, contemporaneamente, è anche la soluzione che garantisce il maggiore beneficio dal punto di vista dell’impatto ambientale. Questo è ciò di cui un’area di così grande afflusso e con realtà così importanti per il nostro territorio come Osmannoro certamente necessita.
La costruzione di prolungamenti delle linee tranviarie nelle aree industriali deve essere considerata come una grandissima opportunità per la città:
- Perché facilita la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici.
- Perché, costruendo alternative all’utilizzo del mezzo privato, riduce le emissioni in un’ottica che sposa appieno la prospettiva dello sviluppo sostenibile.
- Perché incide positivamente sulla sicurezza dei lavoratori riducendo il rischio di sinistri nel tragitto casa lavoro.
- Perché qualifica le aree industriali a pieno titolo come aree strategiche della città metropolitana. Il disegno organico di una città e dei sui flussi non può trascurare la mobilità derivante dal lavoro e le aree industriali debbono tornare ad essere considerate un cuore pulsante della vita nella città.
Inserendosi in questo dibattito che ormai da tempo portiamo avanti nel confronto con le organizzazioni di rappresentanza del nostro territorio, la proposta di Confindustria Firenze, della Camera di Commercio Firenze e di Confcommercio Firenze è certamente un interessante contributo e merita l’approfondimento di tutti.
Firmato: Cgil-Cisl-Uil Firenze
Firenze, 6 marzo 2020