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Telecom, a Firenze stamani assemblea-presidio dei lavoratori. Cgil, Cisl, Uil Toscana: “L’azienda sta facendo scelte sbagliate”

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Oggi a Firenze, dalle 10 alle 12, davanti alla sede di viale Guidoni i lavoratori di Telecom hanno effettuato un presidio-assemblea (indetto da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Rsu toscane), in protesta con le scelte dell’azienda. Telecom Italia è la più importante azienda tecnologica del Paese ed ha il compito di garantire, in un sistema di regole definito, lo sviluppo delle Tlc e dell’Ict. Il cambio del gruppo dirigente di pochi mesi fa non ha ridotto le preoccupazioni del sindacato. Taglio dei costi, esternalizzazioni, disorganizzazione e attacco ai lavoratori sono le linee guida che vengono applicate al posto di politiche di sviluppo e di crescita, fondamentali per il paese anche per rispondere alla volontà del governo di far costruire la banda ultra larga ad un soggetto (Enel) che la rete non ce l’ha. “Scelte sbagliate che danneggeranno pesantemente il Paese e che da tempo stanno determinando il peggioramento della qualità del servizio che oramai i cittadini vivono sulla propria pelle, come si vede anche dalle tante multe che Agcom ha comminato in questi ultimi due anni”, spiegano i sindacati.

LA QUALITA’ DEL SERVIZIO
Sul tema della qualità del servizio, in questo contesto ci rimettono i lavoratori e i cittadini. Tutti i colleghi vivono ogni giorno il disagio di trovarsi di fronte a utenti ai quali non si è in grado di dare una risposta: sia in caso di guasto, sia in caso dell’attivazione di un nuovo servizio, l’assenza di sistemi informatici funzionanti, di personale sufficiente a svolgere i compiti previsti, di inefficienze organizzative determina una qualità del servizio pessima: soltanto grazie all’impegno e alla buona volontà dei lavoratori si riesce a dare risposte ai tanti clienti “sfiniti” da un’azienda che sembra che lo faccia apposta di non risolvere i problemi.

L’ATTACCO AI LAVORATORI
Nell’azienda le imposizioni, spesso fuori dal contratto, sono frequenti: il mancato pagamento del Pdr, l’obbligo di calendarizzare i permessi in tutto l’anno, gli “inviti” ai tecnici per fare rifornimento all’iperself, le decurtazioni sullo stipendio per ogni voce, comprese le assenze di un minuto, il taglio delle trasferte, delle auto sociali: una attenzione ai piccoli costi, di per sé legittima, ma che ha conseguenze negative sulla produzione giornaliera e sul clima interno; con il fatto che pari attenzione non viene dedicata ai veri sprechi aziendali.

LE PROPOSTE DEI SINDACATI
“Noi pensiamo che Telecom Italia sia la base di partenza per lo sviluppo industriale ed economico del Paese; pensiamo che senza i lavoratori non si vada da nessuna parte; pertanto vogliamo rimettere al centro i lavoratori per rimettere al centro Telecom Italia nel paese. Per ottenere questo occorre ribaltare le logiche aziendali, a cominciare dal taglio dei costi, che non può essere l’unico obbiettivo di un’azienda; dobbiamo organizzare l’azienda per avere i ricavi, vera linfa di ogni azienda”, spiegano i sindacati. Che aggiungono: “Ma per ottenere questo occorre organizzare le cose al meglio, internalizzare le attività in ottica cliente, riuscire a controllare l’intera filiera produttiva senza l’utilizzo dell’appalto, avere organici sufficienti per svolgere le varie attività; con una organizzazione diversa si otterrebbero risultati positivi sulla qualità del servizio degli utenti e si riuscirebbero ad evitare anche le multe”. Concludono Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil Toscana: “Occorre rendere la vita lavorativa dei lavoratori degna di questo nome, quindi aprire una vera trattativa che dal modello organizzativo arrivi ad orari di lavoro decenti; occorre proseguire con gli investimenti che dal 2013 sono ripartiti; occorre valorizzare le professionalità con la formazione, fondamentale in un settore in evoluzione come quello delle Tlc/Ict; occorre rendere i soldi del Pdr ai lavoratori, che sono la vera spina dorsale dell’azienda, riconoscendo il ruolo insostituibile che sono stati nella vita di un’azienda importante come Telecom Italia”.

Firenze, 13 luglio 2016