Sindacati, Rsu e Rsa Arpat: non possiamo tacere delle difficoltà sempre maggiori che l’Agenzia deve affrontare
Le responsabilità sono tutte della Regione Toscana che, oltre ad aver imposto tagli e vincoli regionali particolarmente pesanti, non trova neppure il tempo per approvare la nuova legge. Chiediamo:
- che la Regione metta in atto immediatamente un piano straordinario; – che il Consiglio Regionale approvi senza ulteriori indugi una nuova legge che elimini la dipendenza di Arpat dalla Regione;
- alla Direzione di Arpat di concordare con le rappresentanze sindacali le priorità su cui intervenire per limitare i danni nell’immediato e per pianificare il prossimo sviluppo dell’Agenzia.
In occasione della presentazione dell’Annuario 2019 dei dati ambientali della Toscana, con il quale l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Toscana rende disponibile una parte significativa dei risultati delle proprie attività affinché queste informazioni possano indirizzare le scelte in materia di sviluppo sostenibile e di prevenzione sanitaria, come organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil non possiamo tacere delle difficoltà sempre maggiori che Arpat deve affrontare.
In queste settimane, infatti, abbiamo ascoltato il grido di allarme lanciato dalle lavoratrici e dai lavoratori dell’Agenzia su servizi che rallentano o perdono di qualità, sulla possibilità di chiusure nei Dipartimenti, su ruoli di responsabilità vacanti e perdita di competenze tecniche, su difficoltà sempre maggiori nel rispondere a cittadini e Enti, su una minor efficacia ed un senso generale di frustrazione, tutti elementi di preoccupazione che dovrebbero stare a cuore a tutti e non solo ai lavoratori.
Arpat per noi rappresenta un patrimonio di conoscenze, esperienze e professionalità necessarie per descrivere in modo oggettivo e tecnicamente ineccepibile lo stato dell’ambiente in Toscana, evidenziando pressioni, impatti e criticità e suggerendo le possibili azioni e misure per rimuovere e/o limitare le cause di inquinamento: questo patrimonio non solo va difeso, ma va potenziato e valorizzato.
Assistiamo invece, ormai da anni, ad un progressivo depauperamento delle già insufficienti risorse dell’Agenzia, che, come abbiamo più volte denunciato insieme alla RSU di ARPAT e alla RSA della dirigenza, ha prodotto effetti drammatici sul personale (-17% delle unità, tagli per 4 milioni di euro, ecc.) e sulle principali attività di controllo e monitoraggio (scarichi -18%; emissioni industriali -30%; rumore -38%; ecc.): oggi le ulteriori cessazioni di personale, rispetto ad un organico con età media superiore ai 50 anni, comporteranno un aumento delle problematiche che si ripercuoteranno inevitabilmente sui servizi che saranno, nuovamente, solo in parte compensati da un’ulteriore maggior impegno del personale ancora in servizio.
Ci chiediamo, retoricamente, come possa accadere, nella meravigliosa Toscana, che l’Ente preposto al controllo dell’ambiente rischi concretamente di non essere più in grado di monitorare le acque dei nostri fiumi e del nostro mare, vigilare sulle nostre campagne, analizzare l’aria che respiriamo nelle nostre città, i fumi emessi dagli stabilimenti industriali o il suolo dei siti contaminati, affrontare la gestione di un’emergenza ambientale, con la conseguenza di recare pregiudizio all’integrità del proprio territorio ed alla salute dei suoi cittadini.
Le responsabilità sono tutte della Regione Toscana che, oltre ad aver imposto tagli e vincoli regionali particolarmente pesanti, non trova neppure il tempo per approvare la nuova legge di ARPAT, ad oltre 3 anni dall’entrata in vigore della Legge nazionale di riforma del sistema delle Agenzie ambientali (L. 132/2016) e dopo che era stato avviato un confronto costruttivo anche con le parti sindacali sulla PdL 349 del 12/03/2019.
La Toscana ha bisogno di un’Agenzia autonoma, come dicono da sempre le norme nazionali, per essere terza rispetto a industrie, imprenditori, amministratori e politici, nell’interesse della collettività, della salute dei cittadini e della tutela dell’ambiente. Un’Agenzia, inoltre, alla quale siano garantite le risorse economiche, umane e strumentali per svolgere adeguatamente tutte le sue attività, per essere elemento di legalità e democrazia, fornendo il proprio contributo oggettivo e tecnicamente autorevole per favorire uno sviluppo sostenibile e garanzia della salute dei suoi abitanti.
Chiediamo che la Regione metta in atto immediatamente un piano straordinario per ARPAT, rendendo subito disponibili le risorse necessarie ad assumere il personale (anche in via temporanea) ed eliminando ogni vincolo residuo, dando corso agli impegni sottoscritti mesi fa dall’Assessora Fratoni con le parti sindacali e ad oggi in buona parte disattesi.
Chiediamo che il Consiglio Regionale approvi senza ulteriori indugi una nuova legge che elimini la dipendenza di ARPAT dalla Regione e che le garantisca autonomia, risorse, funzioni e strumenti utili alla tutela ambientale in tutti i territori della Toscana, in recepimento di quanto stabilito dalla legge nazionale.
Chiediamo alla Direzione di Arpat di concordare con le rappresentanze sindacali le priorità su cui intervenire per limitare i danni nell’immediato e per pianificare il prossimo sviluppo dell’Agenzia.
p. CGIL Toscana
Maurizio Brotini
p. CISL Toscana
Francesca Ricci
p. UIL Toscana
Triestina Maiolo
Per FP CGIL
Riccardo Bartolini
Per CISL FP
Nicola Burzio
Per UIL FPL
Fabrizio Grassi
per RSU ARPAT
Matteo Francalanci
Per RSA della Dirigenza di ARPAT:
CGIL FP
Marco Longo e Stefania Tozzetti
FPS-CISL
Luca Petroni
ANAAO-Assomed
Carlo Cini
Firenze, 10 ottobre 2019