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Scuola, Cantini: “La riforma di questo governo mortifica il personale e gli studenti”

Il segretario della Uil Toscana attacca ‘la buona scuola’: “Al via l’anno scolastico in Toscana, ma i problemi restano tutti sul tappeto”. Di Donna (Uil Scuola): “Restituire ai docenti la dignità che meritano”

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Il nuovo anno scolastico per la Toscana comincia in uno scenario poco felice. Il personale della scuola e gli studenti sono disorientati da una riforma, la cosiddetta “buona scuola”, che ha gettato nel caos intere famiglie. Quello che accadrà sarà infatti che gli alunni in classe non sempre troveranno i docenti di tutte le discipline, e soprattutto potrebbero trovare docenti con la valigia pronta perché “vittime” di un algoritmo informatico che, grazie alla mobilità condizionata, li ha sbattuti lontano da casa.

“La riforma della scuola di questo governo mortifica personale e studenti – attacca il segretario generale della Uil Toscana, Francesca Cantini – Dobbiamo superare una volta per tutte gli slogan e pensare che il mondo della scuola è fatto di lavoratori, di famiglie, di ragazzi che saranno la spina dorsale dell’Italia di domani. È inammissibile che ancora oggi, a poche ore dall’inizio dell’anno scolastico, non si conosca quante e quali cattedre restano ancora da assegnare e dove. Nessuno deve permettersi di giocare con la vita delle persone”.

“C’è da chiedersi – continua Cantini – se fosse necessaria una riforma della scuola che ha portato confusione, incertezza, timori per il futuro della scuola. Quello che è certo è che in Toscana, come nel resto del Paese, i problemi restano tutti sul tappeto. Un motivo in più per fare agli studenti e a tutto il personale scolastico un grande in bocca al lupo per l’anno scolastico che sta iniziando”.

“Il problema è che anche i docenti vincitori di concorso, tranne qualche caso sporadico, non troveranno collocazione in classe almeno per quest’anno scolastico – avverte il segretario generale della Uil Scuola Toscana Cristiano Di Donna – Basti pensare che per la scuola primaria e per quella dell’infanzia a Firenze non si è ancora proceduto alla completa correzione degli elaborati scritti cui seguirebbero le prove orali e poi finalmente il risultato finale. Per non parlare del personale ausiliario tecnico ed amministrativo ridotto all’osso e con sempre maggior carichi di lavoro dettati dai cambiamenti in atto che non sono andati di pari passo con un ampliamento degli organici, anzi li hanno visti ridotti. In alcune scuole sarà difficile garantire uno standard di pulizia accettabile per non parlare poi della sorveglianza. Infine i presidi: anche qui non tutte le strutture avranno un dirigente scolastico titolare, bensì per coprire i posti vacanti si ricorrerà alle reggenze quindi un preside a metà su 2 scuole, visto che le 200 assunzioni programmate dal Miur non coprono nemmeno il turn over”.

Se l’attuale legge 107 (cioè “la buona scuola”) non verrà modificata avremo sempre più una scuola condizionata. La chiamata diretta dei docenti, infatti, non è altro che l’esatto contrario della libertà di insegnamento. La situazione attuale è tale da non consentire ulteriori rinvii, decisioni estemporanee o altre misure unilaterali. Serve una revisione ampia dei provvedimenti messi in atto alla luce di quanto sta accadendo nelle scuole, dove deve tornare un clima sereno e costruttivo.

“Bisogna restituire al corpo docenti la dignità che ogni lavoratore merita, in modo particolare per chi fa scuola e che attraverso la trasmissione del sapere è demandato a preparare le generazioni future ad essere uomini e donne liberi del nostro paese.  Vorrei – conclude Di Donna – che finalmente, non si parlasse più di algoritmo, di test, di misurazioni tecnocratiche, di improbabili paragoni europei, ma di scuola, di alunni e di persone che la costituiscono, rappresentando il mondo “magico” di chi la scuola la fa e la conosce”.

Firenze, 14 settembre 2016