Rsa San Domenico di Pescia, la Uil Fpl: “Nessuna fuga dei lavoratori della struttura, dalla presidente parole irresponsabili”
Non possiamo non giudicare irresponsabili le parole della Presedente del CdA della Rsa San Domenico di Pescia, che oggi (come riportato dalla stampa locale) ha accusato i lavoratori della struttura di fuggire di fronte all’emergenza Covid-19. Ci preme invece sottolineare la lealtà e l’impegno che sempre hanno contraddistinto i lavoratori della Rsa di Pescia.
Ci saremmo aspettati che – in linea con il ruolo istituzionale rivestito dalla Presidente di una Azienda per i Servizi alla Persona – si fosse presa piena visione dei vari DCPM che si sono succeduti in questo drammatico momento. In particolare nei passaggi in cui si evidenzia la possibilità per i lavoratori che devono accudire minori o persone portatrici di disabilità di fruire dei permessi retribuiti o no per l’accudimento dei soggetti fragili. Inoltre data la leziosità con la quale disquisisce sull’uso delle mascherine occorre ricordare alla Presidente che proprio Ella ha consigliato ai dipendenti – vista la scarsità delle mascherine chirurgiche – di “lavarle” con soluzioni alcoliche. Una prassi oramai consolidata nel mondo scientifico.
Ma soprattutto cosa ha fatto istituzionalmente affinché i casi positivi continuassero ad essere residenti nella struttura? Ha contattato la Asl per denunciare tale situazione? Ha fatto quanto di sua competenza per evitare che gli ospiti si potessero autocontaminarsi avvalendosi della collaborazione tecnico-scientifica della Asl? Ha chiesto di fare i tamponi al personale operante in struttura a stretto contatto con i soggetti positivi? Ha fatto elaborare un piano di emergenza con percorsi diversi e protetti? Ha dato mandato alla Cooperativa che gestisce il personale di predisporre un piano assunzioni di emergenza per la sostituzione del personale che poteva essere infetto? Questo era di sua competenza in quanto doveva essere finanziato con risorse aggiuntive.
Vogliamo riportare un passaggio di alcune lavoratrici che ci hanno contattato per esprimere il loro disappunto sulle dichiarazioni della Presidente: “Ci teniamo a precisare che come operatori abbiamo sempre seguito tutte le prescrizioni forniteci dalla struttura; purtroppo le tute sono state fornite solo ieri l’altro, la sanificazione è stata fatta lunedì, ma a nostro avviso dovrebbe essere ripetuta per più volte, soprattutto considerando il fatto che continuano ad esserci casi, ora anche fra operatori.” Forse la Presidente non lo sa, ma ci sono dipendenti che sono già state poste dalla Asl in quarantena con codice c19. Forse nel tentativo di edulcorare la propria posizione se ne era dimenticata.
Ci preme sottolineare, anche, che la Struttura sia stata in sofferenza con il personale dipendente già prima dell’emergenza Covid-19. Richiamiamo la nostra posizione espressa in sede di cambio di appalto in cui abbiamo affermato che i parametri del personale operante nella struttura erano insufficienti. Purtroppo il nostro grido è caduto nel vuoto. Oggi – avremo fatto volentieri a meno – ne vediamo la validità delle nostre proteste. Inoltre rammentiamo alla Presidente che nel gennaio 2020 abbiamo denunciato la situazione nella quale versava la Rsa a causa di inserimento di Ospiti dichiarati autosufficienti (modulo BIA) e che nella realtà non lo erano affatto con notevole aggravio dei piani di lavoro quotidiani poiché svolti ad invarianza di numero di operatori.
A fronte di tutto ciò fa solo tristezza leggere che il “problema” della RSA San Domenico è determinato solo dalle “assenze” delle operatrici perché in malattia. Se un medico redige il certificato significa che c’è una patologia altrimenti è falso in atto pubblico e truffa ai danni dello Stato.
Vogliamo, infine, rivolgere agli Ospiti ed a tutto il Personale dipendente la nostra sincera vicinanza e solidarietà.
Firenze, 27 marzo 2020