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Pensioni, le richieste al governo

La Toscana si è mobilitata per cambiare la legge Fornero

Centinaia di persone ai presìdi unitari Cgil-Cisl-Uil davanti alle Prefetture in ogni capoluogo. A Firenze, i “nonni edili” in pantofole e vestaglia per dire che “non si può lavorare in cantiere fino a 67 anni”. I cavatori hanno scioperato otto ore

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Cgil, Cisl e Uil hanno promosso oggi in Toscana una mobilitazione per cambiare la legge Fornero sulle pensioni. Ci sono stati e sono in corso presìdi unitari in ogni capoluogo con centinaia di persone davanti alle Prefetture (con volantinaggi di materiale informativo e incontri coi prefetti; a Massa il presidio – iniziato stamattina e previsto fino alle 18 – ha avuto luogo davanti al Teatro Guglielmi). Per essere presenti ai presìdi, i lavoratori delle cave hanno proclamato uno sciopero di otto ore nella giornata. A Firenze c’è stata anche la protesta dei “nonni edili”: lavoratori dell’edilizia in pantofole antinfortunistiche e vestaglie di ciniglia per dire che “non si può lavorare in cantiere fino a 67 anni, a quell’età bisogna fare i nonni”.

Queste le richieste dei sindacati al Governo: abbassare l’età di accesso alla pensione reintroducendo una vera flessibilità in uscita e un intervento sui lavoratori precoci, anche per favorire il turnover e incrementare l’occupazione giovanile; trovare una soluzione definitiva per gli esodati e per l’effettiva applicazione dell’Opzione donna; riconoscere un diverso trattamento di accesso per tutti coloro che svolgono lavori gravosi (cavatori, edili, lavori notturni…).

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La giornata di oggi in Toscana ha fatto parte di un’agitazione nazionale in cui Cgil, Cisl e Uil lanciano una vertenza previdenziale per chiedere al governo di individuare soluzioni adeguate ai molteplici problemi aperti dalla legge Fornero. In particolare è urgente una modifica strutturale che abbassi l’età di accesso alla pensione, reintroducendo una vera flessibilità in uscita e intervenendo sui lavoratori precoci. Ciò anche per favorire il turn over, quindi per incrementare l’occupazione giovanile, che nonostante i primi segnali di ripresa dell’economia resta stagnante a livelli da vero dramma generazionale. Va inoltre varata la settima salvaguardia per i lavoratori esodati, e consentita l’applicazione dell’opzione donna, misure entrambe che non hanno bisogno di nuove coperture, così come vanno sanati alcuni tra i più macroscopici “errori” della legge Fornero, come quelli sui macchinisti dei treni e su ‘quota 96’ della scuola.

 

Firenze, 15 ottobre 2015