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Maggio Fiorentino, terzo commissariamento in 17 anni. UilCom: “Schiaffo ai lavoratori”

Questo drammatico punto di arrivo è, prima ancora che una sconfitta politico-amministrativa del Presidente della Fondazione; prima che la manifestazione plastica della totale assenza di responsabilità e adeguatezza al ruolo da parte di chi doveva esercitare l’indirizzo e il controllo; prima ancora che l’ulteriore conferma della storia fiorentina, ben descritta in questi giorni da Mattioli sul Foglio, come una storia fatta “dal continuo, capzioso, inarrestabile polemizzare locale, una guerra fra bande che dura dai tempi dei guelfi e dei ghibellini”; prima che tutto questo è uno schiaffo cinico nei confronti dei lavoratori, e delle loro famiglia, che da 20 anni non vedono un rinnovo contrattuale e che hanno già subito una sostanziosa decurtazione della retribuzione dal 2014 in poi; lavoratori trattati ancora una volta come un semplice danno collaterale.

Dal comunicato del 3 Febbraio scorso, in cui abbiamo chiesto – senza risposta – una convocazione urgente al Presidente della Fondazione per fare chiarezza sulla situazione del Teatro visto anche l’accordo firmato con le OO.SS. solo poco più di un mese prima; e dalla richiesta fatta il 4 Febbraio alle altre OO.SS. di un’azione unitaria proprio a partire dall’applicazione dell’accordo firmato e dal rifiuto di un commissariamento a cui a risposto solo la Fials Cisal, la scrivente O.S. ha preferito tacere perché sempre più ci è stato chiaro che il livello di scontro raggiunto dalle bande contrapposte, livello raggiunto anche ovviamente a causa dalle indagini giudiziarie in corso, non permettesse più di porre la questione fondamentale che da anni interpella risposta, perché premessa di tutto, e che è quella “di ciò che deve essere il Maggio, il suo rapporto con la comunità, la strana natura di una istituzione che è un festival ma anche teatro ordinario”.

Oggi riprendiamo la parola per dire che prendiamo amaramente atto che chi ha lavorato, anche da dentro il teatro affinché si arrivasse a praticare il salasso del commissariamento come cura adeguata ha realizzato il suo scopo e vedremo nel tempo se e come il corpo del Teatro sopravviverà; e chi aveva tutto il potere di indirizzo e di controllo affinché la gestione Pereira fosse, come avevamo richiesto ripetutamente e in diverse forme anche allo stesso Sovrintendente, non solo come è stata una gestione di qualità artistica e di rilancio ma anche adeguata al contesto della città e delle possibilità economiche del Maggio, ha fallito nel suo compito definito statutariamente e ora ha messo tutti i lavoratori nella situazione, per noi inaccettabile, di pagare ciò che non è loro responsabilità.

Ora volenti o nolenti una nuova pagina della storia del Maggio dovrà essere scritta. Può essere la solita pagina, ma in questo caso con tutta probabilità l’ultima, che ha portato Il Maggio in 20 anni ad avere 8 Sovrintendenti e, ora, 3 commissari, tutti pagati dai lavoratori; oppure una pagina realmente nuova che mette insieme le soluzioni necessarie per l’immediato ad una visione che finalmente risponda, a partire dalle responsabilità che ciascuno ha e che derivano dalla sua funzione, alla questione fondamentale sempre rimossa e che è appunto: ciò che deve essere il Maggio.

Noi come sempre, e oggi a maggior ragione per la grave crisi speriamo reversibile in cui il teatro versa, siamo disponibili a offrire le nostre idee e il nostro impegno al dialogo, anche a chi fino ad ora lo ha negato, perché crediamo che il bene di questa prestigiosa istituzione che è il Maggio Musicale Fiorentino, il bene del lavoro e dei lavoratori si può fare solo se lo si fa insieme. Offriamo questa disponibilità a tutti, prima di tutto alle istituzioni e al commissario governativo che ha ora il compito rimettere il teatro sui giusti binari senza che i lavoratori ne abbiano danno, affinché giorni come questi non abbiano più a ripetersi.

La R.S.A. UILCOM UIL Maggio Musicale Fiorentino

Firenze, 9 marzo 2023