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Le difficoltà della Polizia Penitenziaria: le parole di Eleuterio Grieco, Segretario Regionale UIL PA Polizia Penitenziaria

Parliamo dell’aggressione di sabato sera. Si tratta di un episodio sporadico o sono ricorrenti?

Quanto successo evidenzia quanto il sistema sicurezza di quella struttura penitenziaria sia deficitario. L’episodio di per sé è unico e gravissimo, ma le aggressioni al personale di polizia penitenziaria sono ormai quotidiane.
Aggressioni che per l’amministrazione rientrano nella definizione generale e semplicistica degli “eventi critici”, ma che per quanto ci riguarda sono da considerarsi veri e propri infortuni sul lavoro, il cui dato numerico – seppur richiesto a gran voce – viene nascosto, taciuto alle organizzazioni sindacali.

Quali sono le criticità che riscontrate?

Le criticità per il personale sono tante: carenza di personale, assenza di protocolli di intervento operativo, mancanza di strumenti di difesa personale, carenza di assistenza sanitaria e di tutela post eventi.
Strutturalmente Sollicciano andrebbe abbattuto e riedificato: ad esempio l’edilizia penitenziaria prefabbricata permetterebbe di avere strutture adeguate per sicurezza e condizioni di vita dignitosa, riuscendo nel contempo a contenere i costi. Più volte ci siamo adoperati con proposte in tal senso, ma altre logiche evidentemente regolano il sistema. Nonostante i lavori eseguiti a Sollicciano, costati fior di milioni, ancora oggi risultano infiltrazioni di acqua e nessuno si indigna oppure indaga su cosa non va.
È un carcere dove i detenuti abbattono i muri con estrema facilità! La direzione, invece di preoccuparsi di ciò che si vede all’esterno (murales, cancelli dipinti, fiori e orti urbani) dovrebbe invece preoccuparsi di cosa non funziona dentro il carcere che amministra, con un occhio alla sicurezza e un altro alla salubrità e dignità degli ambienti.
Intorno al mondo penitenziario gravitano sistemi di molteplici interessi, basta guardare cosa è avvenuto nel Lazio, esposto nella trasmissione Report.

E’ necessaria una riforma degli istituti penitenziari?

Noi non abbiamo bisogno di riformare gli istituti penitenziari, abbiamo bisogno di un’amministrazione che dialoghi con le parti sociali e le ascolti ed invece abbiamo un provveditorato regionale assente e una direzione penitenziaria fiorentina latitante, essendo il suo motto evidentemente quello di apparire invece che essere.

Ovviamente un capitolo specifico va fatto sul servizio sanitario regionale penitenziario: anche qui ci sarebbe bisogno di un confronto serrato con l’assessore alla sanità regionale perché ci sono gravissime inadempienze della Regione sulla tutela sanitaria in generale e di quella psichiatrica, che impattano direttamente e si ripercuotono sul personale di polizia penitenziaria, visti i tagli operati. La morte dell’anziano a Pisa e della dottoressa poi nella città di Pisa ha indignato l’opinione pubblica ma qualcuno oggi sa chi sta gestendo quelle persone? I poliziotti penitenziari negli A.T.S.M. – reparti sanitari psichiatrici nei carceri “eredi” degli OPG – sono in difficoltà. Inoltre carenti sono le Rems – sempre di competenza della Regione – per le quali, invece di fare le passarelle politiche, dovrebbero preoccuparsi di fare quello che serve. Il tempo delle chiacchiere è finito.