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La Uil Toscana chiede all’Assessore un tavolo regionale sulla riorganizzazione dei Pronto Soccorso “Non sono più sostenibili interventi tampone”

Sanità

Circa il 43% dei cittadini Toscani nel 2015 si è presentato al Pronto Soccorso: 1.495.685 persone, con un incremento di 30mila sul 2010. Cresce quindi il numero di accessi al Pronto Soccorso ed è un dato costante che ci dobbiamo attendere anche nei prossimi anni.

I casi gravi sono in crescita e determinano un incremento significativo dei carichi di lavoro per medici, infermieri, Oss del Pronto Soccorso, dei Laboratori e delle Diagnostiche. I codici neri, rossi e gialli sono stati il 23,12% contro il 18,94% del 2010: + 5%. I codici verdi sono diminuiti dell’1%, mentre i codici azzurri e bianchi sono diminuiti di oltre il 3%.

Questi dati dimostrano l’inconsistenza di alcuni luoghi comuni che tenderebbero ad assegnare la responsabilità delle criticità in cui versano i Pronto Soccorsi a scarsi servizi territoriali o dei medici di medicina generale. Se diminuisce l’afflusso al Pronto Soccorso di casi meno gravi significa che i cittadini hanno trovato altre risposte nel territorio e presso il proprio medico di famiglia.
L’analisi incrociata dei casi gravi e del loro tempo di attesa ci offre una spiegazione dell’allungamento dei tempi di attesa dei casi meno gravi.

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Dunque i Pronto Soccorso hanno alzato la loro capacità di assistere i casi gravi rispondendo cosi allo loro missione, e ciò ha determinato un allungamento dei tempi di attesa dei casi meno gravi. I casi gravi trattati nei Pronto Soccorso Toscani sono stati 346.000.

Non è nemmeno veritiero affermare che il Pronto Soccorso è in crisi per carenza di disponibilità al ricovero. Nel 2010 dal Pronto Soccorso infatti, sono stati ricoverati il 12,66% dei cittadini, mentre nel 2015 i ricoveri dai Pronto Soccorso sono stati il 13,17%. Sempre nello stesso periodo abbiamo un incremento di dimessi dal Ps verso il domicilio dal 64% al 67%, un incremento di trasferiti in Breve Osservazione dal 18% al 23%, una riduzione degli abbandoni dal Ps oggi al 2,68% a fronte del 3,94%

Allora come interpretare l’attuale crisi dei Ps? Se valutiamo che gli organici sono pensati solo pesando il numero degli accessi forse troviamo una prima risposta. Se poi aggiungiamo che gli organici di Medici, Infermieri, Oss sono quelli del 2010 e sono chiamati a fronteggiare un significativo aumento di complessità della casistica, forse troviamo una seconda risposta.

Se prendiamo in considerazione che circa 150mila cittadini che si presentano al Ps sono poi inviati in Breve Osservazione con permanenza fino a 72 ore di norma gestiti dallo stesso personale del Ps forse troviamo una terza risposta. Se prendiamo atto che in moltissimi Pronto Soccorso non sono mai attivati percorsi separati per la gestione dei casi meno complessi che sono oltre 300mila/anno

Se riempiamo il vuoto dei festivi e prefestivi con un nuovo accordo con i medici di medicina generale e la valorizzazione della guardia medica allora, forse, abbiamo un quadro su cui riflettere ed intervenire con provvedimenti strutturali.

In questo senso la sollecitazione verso le Aziende da parte dell’Assessore Saccardi è un segnale tardivo ed insufficiente. Quello che serve è un intervento di riorganizzazione dei Ps che separi strutturalmente i codici neri, rossi, gialli da quelli verde, azzurro e bianchi. Serve rinforzare le diagnostiche. Serve garantire il sostegno delle consulenze. Serve rideterminare gli organici in base ad una valutazione dell’impegno professionale generato dalla complessità della casistica che arriva al Pronto Soccorso.

In altre parole quel che serve è investire nei Pronto Soccorso e lo si deve fare non solo per la loro efficacia ma anche per salvare l’ospedale per acuti.

Paolo Camelli
Coordinatore Regionale Sanità per la Uil Toscana

Firenze, 11 gennaio 2017