UNIONE ITALIANA DEL LAVORO

Sito ufficiale della UIL Toscana e Firenze

Home > Articoli > La riorganizzazione di Poste Italiane – NO all’impoverimento del servizio postale, SÌ a un futuro produttivo ed occupazionale

La riorganizzazione di Poste Italiane – NO all’impoverimento del servizio postale, SÌ a un futuro produttivo ed occupazionale

Si è tenuto stamani davanti alla sede della giunta regionale a Firenze il presidio di Slc-Cgil e Uilposte sul recapito a giorni alterni e sul caso CMP di Sesto Fiorentino. La Regione Toscana si è impegnata con i sindacati per aprire un un tavolo istituzionale che affronti le questioni

IMG_9578

Stamani si è svolto un presidio davanti alla sede della giunta regionale in piazza a Duomo a Firenze organizzato da Slc-Cigl e Uilposte per protestare contro la riorganizzazione di Poste Italiane che prevede il recapito a giorni alterni e il declassamento del CMP di Sesto Fiorentino. Una delegazione di sindacalisti sono stati ricevuti dall’assessore regionale Vittorio Bugli che, ascoltate le istanze dei lavoratori, ha preso l’impegno ufficiale di aprire un tavolo istituzionale per affrontare le due questioni. Il recapito a giorni alterni, infatti, così come portato avanti dall’azienda peggiorerà la qualità del servizio, mentre al CMP di Sesto con il declassamento previsto sono a rischio 850 posti di lavoro tra diretti e indiretti.

Poste Italiane è la più grande azienda a Rete di servizi con 135.000 addetti di cui circa 10.000 dipendenti in Toscana e che ha chiuso il 2015 con un utile netto di 552 milioni di euro, in crescita rispetto all’anno precedente.

Il CMP di Sesto Fiorentino occupa attualmente circa 650 persone (full time + part time) cui si aggiunge un cospicuo indotto occupazionale (pulizie,manutenzione, mensa, vigilanza, accollatari, trasporti, ecc.) pari a circa 200 addetti per un totale di oltre 850 lavoratori che fanno del CMP di Sesto Fiorentino il più grosso sito industriale postale della Toscana.

Il piano industriale che l’ad Caio ha presentato il 24 giugno scorso prevede una riduzione del numero dei Cmp presenti in Italia, che passerebbero dagli attuali 16 a 10 e con il Cmp di Firenze che verrebbe declassato di 2 posizioni e trasformato in semplice Cp entro il 2017 con un evidente esubero di personale che, in uno scenario caratterizzato da prospettive di ulteriore calo dei volumi di corrispondenza, disegnerebbe un futuro di ulteriore ed irreversibile declino e marginalizzazione del sito di Sesto Fiorentino. A rischio ci sono gli attuali 850 posti di lavoro.

Questo in un futuro probabile, intanto il 2016 è iniziato con 18 unità in meno sul fabbisogno stimato per l’anno in corso tra Pisa e Firenze nella logistica. Su Arezzo con il nostro dissenso, fra qualche settimana partirà la nuova riorganizzazione a giorni alterni su tutta la provincia con un taglio di personale di 61 posti di lavoro, i lavoratori in esubero saranno trasferiti.

Il recapito a giorni alterni peggiorerà la qualità del servizio postale. Il progetto prenderà il via ad Arezzo per poi estendersi in tutta la Toscana. Inoltre per il progetto elaborato da Poste Italiane ad oggi non è sicuro che Firenze diventi Area Metropolitana producendo ulteriori esuberi che sommati ai tagli del Recapito ed all’indotto farebbero arrivare a 1500 i posti di lavoro in meno nella nostra regione. Secondo Slc-Cgil e Uilposte ci sono tutte le condizioni, da quelle infrastrutturali e logistiche a quelle professionali, per sovvertire questo scenario di ulteriore quanto inaccettabile depauperamento produttivo ed occupazionale della nostra Regione.

Un’alternativa da perseguire è quella di rivendicare un ruolo cardine del sito di Sesto Fiorentino nel piano industriale di Poste Italiane, anche ri-orientandone l’attività (con un progetto specifico elaborato dal CNR Toscana), tale da dare allo stesso un futuro credibile al servizio della nostra Regione e del nostro Paese. Sul recapito di Arezzo, non si deve chiudere il CSD di Badia al Pino e il PDD di Badia Tedalda che creeranno evidenti disservizi sulla consegna del servizio universale.

 

Firenze, 23 marzo 2016