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La relazione del Segretario Organizzativo Arturo Papini in occasione della IX Conferenza di Organizzazione

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Di seguito la relazione del Segretario Organizzativo Arturo Papini in occasione della IX Conferenza di Organizzazione della Uil Toscana che si è tenuta il 4 maggio 2017 a Firenze. La relazione è scaricabile qui.

E’ doveroso prima di iniziare, e lo vorremmo fare con un applauso, rivolgere un caloroso saluto e incoraggiamento per la rapida ricostruzione del territorio alle popolazioni delle regioni a noi vicine colpite da un terribile terremoto.

Relazione introduttiva IX conferenza di organizzazione regionale della Toscana

Non si può non riprendere il filo conduttore della conferenza nazionale di organizzazione che richiamava il lavoro come una passione che non passa mai e come Toscana vogliamo contribuire affermandone il suo valore come dignità e libertà della persona.

Non a caso la nostra Costituzione ne afferma nei primi articoli il suo valore e la necessità di adottare tutte le forme possibili per la sua crescita.

Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro
e promuove le condizioni che rendano effettivo questo
diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie
possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che
concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Il lavoro da diritto al futuro di ognuno di noi nella costruzione della propria vita, consente di formarsi una famiglia, garantisce l’istruzione dei nostri figli e permette di contribuire al mantenimento di uno Stato sociale forte dove la sanità e la previdenza dovrebbero accompagnare la nostra esistenza mentre al contrario in questi ultimi anni sono state falcidiate da tagli pesantissimi.

Quindi un lavoro sicuro e duraturo che cancelli la precarietà e il senso di incertezza che ha animato e condizionato ogni nostra decisione in questi ultimi anni e rilanci la fiducia nel paese e della sua dirigenza sia politica che industriale.

Purtroppo, i tagli pesantissimi attuati dal Governo Monti su pensioni e lavoro, Stato Sociale come Istruzione ma soprattutto Sanità e il successivo Job Act del Governo Renzi non hanno sortito alcun effetto benefico ad una crisi diffusa della nostra industria manifatturiera a cui, però, sono andati ingenti agevolazioni economiche e fiscali, se non quello di impoverire un largo strato della società come lavoratori e pensionati.

Anziché sostenere il potere d’acquisto di lavoratori e pensionati, così come richiesto e ribadito più volte dalla Uil e tutto il sindacato, con forti sgravi fiscali sul salario e le pensioni, così da poter provocare un aumento dei consumi e di conseguenza rilanciare la produzione, si è preferito aiutare le imprese con agevolazioni fiscali nelle assunzioni il cui effetto è durato, come era prevedibile, esattamente lo stesso tempo dell’agevolazione stessa.

Occupazione
In Toscana la disoccupazione pur essendo al di sotto della media nazionale raggiunge un ragguardevole 9,5% ma con un dato preoccupante pari al 27,7% come lo è quello di coloro che pur essendo disposti a lavorare hanno smesso di cercare un’occupazione.
In questa particolare classifica le donne inattive sono il doppio rispetto agli uomini riconfermando ancora una volta la posizione svantaggiata del personale femminile alla ricerca di un lavoro.
Per i giovani di età compresa tra i 15 e 24 anni il tasso di disoccupazione collassa al 34% confermando in tutta la sua drammaticità, come accennavamo in precedenza, la mancanza di un futuro per larga parte della prossime generazioni.
70.000 giovani nella nostra regione non studiano, non lavorano né frequentano percorsi formativi e nonostante gli sforzi effettuati per una maggiore inclusione formativa rischiano di vedersi esclusi dal sistema sociale con gravi ricadute economiche e comportamentali.
Il lavoro, sempre più destrutturato, soffre anche nella nostra Regione dei tentativi di sfruttamento e precarietà dovuti a 3 grandi temi che come Sindacato e Istituzioni locali cerchiamo di affrontare quotidianamente:

Salute e sicurezza nel lavoro
Il 28 aprile scorso, qualche giorno fa, abbiamo a Firenze presenziato simbolicamente davanti alla Fortezza da Basso dove si svolgeva la fiera dell’artigianato la giornata mondiale per la sicurezza nel lavoro.
Lo abbiamo fatto fortemente convinti dell’importanza dell’evento e del lavoro che ancora dobbiamo fare, ignari che per una tragica fatalità il giorno dopo in un’azienda nella periferia della stessa città un ragazzo di 21 anni sarebbe morto al lavoro sul carrello ribaltato dal carico di barre di ferro.

Nonostante gli sforzi fatti nella sensibilizzazione di un tema così delicato vi è ancora un diffuso fastidio di una parte del mondo imprenditoriale che interpreta le norme come un freno economico e produttivo.

Vi è poi in alcuni casi come, per esempio, nell’estrazione del marmo nelle cave, la sensazione che l’incidente possa far parte del quotidiano come una fatalità inevitabile del lavoro pericoloso che stiamo svolgendo.
In questo senso vi è ancora molto da lavorare per convincere tutti imprese e lavoratori che non è mai giustificabile morire per il lavoro.

Caporalato e lavoro nero
Il 25 ottobre 2016 Cgil Cisl e Uil e le associazioni di categoria hanno firmato nella sede della regione Toscana alla presenza del presidente Enrico Rossi un importante e primo accordo in campo nazionale contro l’uso del caporalato e lo sfruttamento del lavoro nero in agricoltura.
Il fenomeno del caporalato e del lavoro nero nella nostra regione si è sviluppato in concomitanza all’aumento dei flussi migratori nel nostro paese che hanno in particolare immesso forza lavoro costretta a soggiacere allo sfruttamento organizzato.
L’uso indiscriminato dei voucher prima e la loro successiva abolizione poi non hanno fornito una soluzione idonea ad affrontare la regolarizzazione del lavoro stagionale o a fasi alterne ed è quindi auspicabile una soluzione rapida da parte del Governo.

Appalti e appalti pubblici
Nell’attività del 2016 la guardia di finanza ha riscontrato in Toscana durante l’assegnazione di appalti pubblici un aumento di illeciti del 2624% che vanno dal danno erariale alla frode sui contributi degli enti pubblici e comunità europea ecc. Spesso gli appalti non garantiscono gli stessi livelli occupazionali e contrattuali e le imprese che vi partecipano calibrano le offerte con ribassi economici insostenibili, anche ora che il massimo ribasso non è più previsto.
Enti locali e Sindacati hanno l’obbligo, quanto prima, di incontrarsi per definire un modello di garanzie e/o clausole sociali che garantiscono ai lavoratori che vi operano la continuità occupazionale e contrattuale sulla base di accordi già definiti anche in altre Regioni.

La crisi industriale
La crisi produttiva in Toscana coinvolge attualmente circa 42 imprese con vertenze strategiche come le acciaierie di Piombino o Richard Ginori di Sesto Fiorentino in uno scenario in cui sono sparite o trasferite realtà produttive di rilievo come Eaton, Trw, Btp solo per citarne alcune o per vicende assurde come Elettrolux a Scandicci che doveva essere riconvertita con un’azienda di produzione di pannelli solari e poi finita, a sua volta, in un fallimento con tanto di condanna in tribunale.
In questo senso Università e Ricerca anche in Toscana dovranno svolgere un ruolo determinante nella proposizione di un industria 4.0 che si evolve nella sfida della robotica nel futuro ma con la obbligatoria missione di riaffermare la dimensione umana come elemento imprescindibile della società.
Dei quasi 6 milioni e mezzo di ore di straordinario quasi 2milioni sono state usufruite nella sola provincia di Livorno denunciando una sostanziale e difficile realtà occupazionale in un territorio falcidiato dalle crisi aziendali e con un programma di sviluppo i cui effetti non potranno essere immediati.
Non sono da meno le difficoltà denunciate nella provincia di Massa e Carrara che seppur non riconosciuta come area di crisi dal Governo attraversa un momento difficile.
Un discorso a parte lo meritano le offerte attrattive che la Regione e Firenze dovranno mettere in campo per evitare la fuga di imprese che finite in mani straniere e non, sono più di 400 nella Regione, preferiscono spostarsi in località in cui l’offerta è più competitiva.

La realtà fiorentina contrappone nel settore industriale realtà di eccellenza che credono nel territorio e nel territorio investono a occasioni perse per mancanza di strutture e proposte adeguate.
Non possiamo che rammaricarci quando imprese simbolo che rappresentano per Firenze e la Toscana la storia, come Pucci nella moda e Fondiaria nell’assicurazione in epoche diverse, decidono all’improvviso e senza nessun vincolo di cancellare la loro presenza trasferendosi in altra sede.

Dentro questo mutamento è necessario saper difendere gli interessi del nostro territorio, della nostra cultura industriale e del lavoro, dando valore e pretendendo valore, contro chi sostiene che non possa esserci più nel nostro paese un futuro per l’industria e il lavoro.

Non è da meno il settore del credito con le contemporanee crisi di banca Etruria e Monte dei Paschi e del credito cooperativo che rischiano di esporre l’iniziativa imprenditoriale regionale ad una cronica debolezza sul piano del prestito per gli investimenti.

Infrastrutture
La tenuta di uno scenario produttivo di rilievo passa obbligatoriamente da un ammodernamento del sistema infrastrutturale.
Chiunque di noi è, ormai a conoscenza delle opere programmate in Toscana come la Darsena Europa al porto di Livorno e il completamento della autostrada tirrenica sulla costa e le grandi opere previste a Firenze come la nuova stazione Tav, l’aeroporto, ecc. e siamo altrettanto a conoscenza della dilatazione dei tempi di realizzazione che spesso incontrano ostacoli burocratici e contenziosi legali di ogni genere sino al punto che le opere che si realizzano, quando si realizzano, sono inadatte e superate dai tempi di esecuzioni lavori.

Ma il fenomeno più evidente di cui siamo prigionieri sono i vari comitati di opinione che si costituiscono alla presentazione di qualsiasi progetto come se ogni cittadino diventi un esperto abilitato ad esprimere giudizi tecnici sull’opera che si andrà a realizzare.

Un esempio per tutti:
Qualche giorno fa abbiamo avuto un incontro con la dirigenza di Toscana Aeroporti per un ragguaglio informativo sullo stato di avanzamento lavori di sviluppo dei due aeroporti di Pisa e Firenze.
Le informazioni ricevute sono state:

– Gli investimenti previsti sono stimati in mezzo miliardo in 10 anni con una previsione occupazionale di circa 15000 addetti.
– L’80% dei passeggeri sono provenienti dall’estero con interessanti ricadute economiche sul turismo di affari e di svago su tutta la regione.
– per la nuova pista di Firenze sono previste opere di mitigazione ambientale su tutto il territorio circostante e una pista unidirezionale che nella traccia aerea interessa molto meno zone abitate di quelle attuali.
– Manca la VIA (valutazione di impatto ambientale) che Enac l’Ente preposto alla valutazione tecnica e ambientale dovrà fornire per il definitivo via alla realizzazione del progetto.

Di fronte ad informazioni del genere il sindacato, la Uil, non può che tecnicamente prendere atto ed aspettare di verificare il lavoro degli esperti per una successiva valutazione complessiva sulla fattibilità dell’opera.
Ma non è affatto così perché il senso pragmatico della vicenda lascia il posto allo stato emozionale, alla sfiducia negl’enti pubblici alla strumentalizzazione politica e la politica ne rimane travolta sino al punto di cavalcarne la protesta.

InToscana la realizzazione di opere infrastrutturali incontra problemi simili, nonostante, e non è una cosa da sottovalutare, che la nostra Regione sia una delle due sole regioni che in Italia abbia un piano paesaggistico approvato.

Fase organizzativa
La conferenza di Bellaria ha evidenziato come da un sindacato quasi monotematico e operaista dove le esigenze erano comuni a larga parte del mondo del lavoro siamo passati negli ultimi 10 anni ad una innumerevole diversità di attività lavorative e di utilizzazione della forza lavoro.
Tutto ciò ci impone un cambiamento nel modo di operare e soprattutto nel rapporto quotidiano con i lavoratori e nella comunicazione con loro. Spesso non abbiamo saputo recepire in tempo utile le nuove esigenze ma anche le difficoltà dei giovani e non che si affacciavano al mondo del lavoro.
Da qui la necessità espressa nelle proposte della conferenza di organizzazione di un sindacato nuovo moderno proiettato più nei luoghi di lavoro che spazi al di là dei vecchi confini provinciali con delegati e operatori che sappiano legare la vertenza sindacale con l’assistenza di servizi di patronato e fiscali.
La Uil in Toscana si è attualmente costituita in 4 macro aree e in questa logica la scelta di avere sul territorio una nostra presenza operativa che esprima direttamente nei luoghi di lavoro un rapporto diretto e dialettico con i lavoratori deve essere il nostro obbiettivo primario in una simbiosi tra confederazione e categoria.
In questi ultimi anni abbiamo inaugurato e ristrutturato nuove sedi in 5 realtà territoriali importanti, offrendo luoghi più idonei e funzionali allo svolgimento delle attività quotidiane.
Da un punto di vista organizzativo uno dei maggiori problemi cha saremo chiamati ad affrontare nei prossimi anni è da un lato la rimessa in discussione nei contratti di lavoro delle agevolazioni sindacali che in questi ultimi anni hanno subito un sensibile ridimensionamento e dell’altro la spesa crescente che siamo tenuti a sostenere per garantire i servizi offerti agli iscritti.

La già completata regionalizzazione del patronato Ital in Toscana così come auspicato nella conferenza nazionale avrà sicuramente l’effetto di razionalizzare al meglio le risorse per una maggiore copertura del territorio e la ricerca di attività che in futuro consolidino la presenza e le competenze delle strutture.

Così come, entro l’anno i servizi fiscali dovranno realizzare la confluenza delle 4 società rimanenti in un unico soggetto societario in grado di garantire una maggior stabilità economica adeguando i parametri dei servizi offerti con la professionalità richiesta.

I servizi offerti dalla Uil ai propri iscritti e ai cittadini come l’associazione dei consumatori Adoc e Uniat sulla tutela del diritto alla casa e temi ambientali hanno una domanda crescente che fa conoscere la nostra organizzazione nei diversi strati sociali della comunità.

Attraverso questi spesso si può captare i mutamenti sociali in atto come l’accentuato impoverimento di parte della popolazione dovuto alla perdita dei tanti posti di lavoro.
L’esplosione delle domande per la richiesta di un alloggio nel bando comunale ne rappresenta la drammatica realtà.

Sindacato partecipato e a rete
L’accentuazione in questi ultimi anni del culto della personalità, anche attraverso i social, ha valorizzato l’individuo, la sua personalità e immagine in grado di catturare attraverso i media l’attenzione pubblica.
Se da una parte questa tendenza permette alla collettività di conoscere apparentemente meglio il personaggio, il suo tratto culturale fino alla sua immagine dall’altra mette in secondo piano la conoscenza pubblica del programma comune e condiviso che dovrebbe portare avanti nel suo mandato o incarico sia esso politico, pubblico che sociale.
Si vive, inoltre, un periodo difficile sul piano dei rapporti umani dove l’intolleranza che spesso sfocia nell’egoismo soffoca la possibilità di un sereno dialogo.
La violenza verbale domina sul tentativo di confrontarsi e sempre più spesso anche nei posti di lavoro non si assiste ad un dibattito su opinioni diverse ma a prevaricazioni “urlate”.
La proposta di modellare un sindacato che con la sua democrazia sia più presente nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro accanto ai propri delegati rappresenta una seria alternativa all’aridità autoritaria della ragione per forza.

Di certo i nostri rappresentanti e delegati sono la nostra vera forza nel mondo del lavoro, sono coloro che mettono in gioco ogni giorno la propria credibilità e dignità nei confronti del nuovo iscritto così come con tutti i colleghi quando li difendono o trattano per loro.

Molti di loro poco conosciuti molto spesso agiscono nel volontariato dove le esigenze sono poche e gli obblighi come l’impegno sono tanti.
La decisione, peraltro già approvata, di un loro inserimento negl’organismi statutari ai vari livelli anticipa la volontà di una partecipazione diffusa nei momenti decisionali e di dibattito dell’azione del Sindacato.

I giovani
In questa logica i giovani devono giocare un ruolo preminente mettendo in campo la loro volontà e la visione del loro mondo futuro, ci devono far capire quale mondo sognano; se sono ancora validi valori affermati nel tempo come solidarietà, uguaglianza e libertà o se al contrario siamo già entrati in una nuova era dove la finanza e l’economia dettano i ritmi politici del nuovo mondo con i diritti nel lavoro subordinati alla selezione e ad una spietata competizione dove solo alcuni saranno premiati.
Quindi, anche in Toscana è auspicabile un contenitore di idee formato dai giovani iscritti alla Uil provenienti dal mondo del lavoro ma anche da quello universitario, dove la nostra presenza si deve rafforzare per costruire quel rapporto imprescindibile tra studenti e lavoratori che è stato sempre alla base di qualsiasi movimento culturale.

Nella nostra regione grazie all’impegno profuso da tutti, il sindacato confederale unitario Cgil Cisl Uil anche nei momenti più difficili ha retto all’urto del “fai da te”, sapendo forse che l’unità nell’azione è imprescindibile.

Occorre ricostruire un confronto più continuo che ci permetta di essere più incisivi e propositivi su tematiche come lo sviluppo industriale e sociale nella nostra Regione.
Un discorso a parte lo merita la Città metropolitana dell’area fiorentina dove il confronto unitario non è in grado, come accennato in precedenza, di esprimere un giudizio sulla fase di contrapposizione tutta di campanile tra Firenze isolata dagli altri Comuni della Piana a cui, a detta di alcuni, vorrebbe far pagare le proprie scelte. Situazione grottesca che si ripercuote in una lunga fase di immobilismo sulle scelte strategiche del territorio e delle sue infrastrutture.

Ci sentiamo di ringraziare con forza e convinzione tutte le colleghe e compagne che tutti i giorni sono impegnate al nostro fianco nei luoghi di lavoro e nelle strutture del sindacato per affermare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori oltre che i diritti delle donne, tutti i giorni, in una società ancora estremamente selettiva.

In particolare, quelle colleghe, che grazie al loro impegno ci hanno permesso di realizzare il 26 novembre 2016 in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, quel riuscito spettacolo teatrale a Sesto Fiorentino che ha visto la partecipazione convinta di tanti nostri iscritti e della popolazione del luogo dando alla Uil il merito di aver realizzato un momento di sensibilizzazione su un tema di grande drammaticità.

Un esempio, sicuramente da imitare più spesso perché rappresenta appieno la Uil del fare più che quella del dire.
Un merito particolare va ai ragazzi, così mi permetto di apostrofarli, che con me e il Segretario Generale Annalisa Nocentini, hanno lavorato in pochi giorni tra mille difficoltà alla realizzazione di questo evento.

Avere rispetto per tutti noi è essenziale per costruire un sindacato più presente nel territorio, la critica fa parte del nostro bagaglio culturale quando questa diventa costruttiva e propedeutica a migliorare il nostro operato indipendentemente da chi lo svolge.

Ne ha diritto chi tutti i giorni si mette in gioco, partecipa e propone progetti.
La nostra organizzazione ha molto da fare, la volontà non manca e il futuro è di tutti coloro che nella Uil, donne e uomini, operano giornalmente per farla diventare più grande e più forte.

Firenze, 4 maggio 2017