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La giornata della legalità

Il 23 maggio di trentun anni fa si consumava una delle più sanguinose stragi, quantomeno a livello simbolico, della storia del nostro Paese. Il Giudice antimafia Giovanni Falcone veniva assassinato – inseme alla moglie e alla scorta – sull’autostrada siciliana, nei pressi di Capaci, con decine e decine di chili di tritolo che fecero saltare in aria il manto stradale, sul quale si schiantò violentemente il giudice – “come fosse un muro di asfalto”.

Poche settimane più tardi venne ucciso anche il suo collega Paolo Borsellino, nell’attentato di Via d’Amelio. Inutile dire che la lotta alla mafia non sarebbe stata più la stessa senza loro due, i capisaldi dell’antimafia italiana.

L’esempio che lasciano è fulgido e chiarissimo ancora oggi. Nella giornata della legalità – la cui data è stata scelta proprio in occasione della ricorrenza di Capaci – abbiamo il dovere non solo di ricordare questi esempi, ma di adoperarci in qualsiasi modo affinchè questa non sia una mera giornata di ricordo: al contrario, il lavoro di contrasto alla criminalità organizzata deve essere svolto da tutti e in modo continuativo, durante tutto l’anno.

Non è un fenomeno riservato al Mezzogiorno: in ogni Regione italiana, anche e soprattutto nella nostra Toscana, sono presenti infiltrazioni mafiose, ndranghetiste o camorriste. Infatti, nostro malgrado, il fu Granducato è uno dei territori privilegiati per attività di riciclaggio e reati economico-finanziari su larga scala: non la mafia da film, più imprenditoriale ma altrettanto pericolosa e molto più invisibile. Per questo dobbiamo fare tutti la nostra parte, come cittadini in primis, e vigilare sul territorio e nelle aziende.

Nel ricordo di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Peppino Impastato e ogni altra vittima innocente di Mafia, Ndrangheta, Camorra in questo Paese.