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Inps: in Toscana 18,7 miliardi per le pensioni, cresce ricorso a Cig. Bilancio sociale, sale occupazione ma quadro ancora problematico

Pensionati Inps

L’INPS opera in Toscana con una forza organica che negli ultimi anni, a causa del blocco del turn-over, si è andata sempre più assottigliando e che nel 2016 è complessivamente di 1.486 unità.

Per svolgere il suo compito istituzionale, l’INPS Toscana ha definito nello scorso anno, circa 8,8mln di atti amministrativi movimentando un conto economico di circa 34mld di euro, con un rapporto nettamente a favore delle uscite, anche in considerazione delle emergenze economiche che l’Istituto è stato chiamato a gestire.

Naturalmente, la spesa più consistente resta quella pensionistica, circa 18,7 mld di euro nel 2016, di cui circa 14mld di euro per le pensioni della gestione privata e i rimanenti per i pensionati pubblici. Sono vigenti, in Toscana, nel 2016 1.189.838 pensioni della gestione privata di cui 995.115 (84%) di natura previdenziale (vecchiaia, invalidità e superstiti), che hanno avuto origine dal versamento di contribuzione previdenziale, e 194.723 (16%) di natura assistenziale (prestazioni agli invalidi civili e pensioni-assegni sociali).

Alla gestione privata vanno aggiunte 197.053 pensioni della gestione pubblica con una spesa previdenziale complessiva di 4.686.730.740 euro. Le prestazioni assistenziali vigenti in Toscana all’1.1.2017 sono 194.723, di cui: 156.555 pensioni e indennità di invalidità civile, cecità e sordità e 38.168 pensioni/assegni sociali. Delle prestazioni di invalidità civile, il 74% è costituito da indennità di accompagnamento e solo il 26% è dato da pensioni e assegni mensili di invalidità civile. Nel 2016, le richieste delle prestazioni di invalidità civile sono aumentate dell’1,5%, per una spesa annua complessiva di 826.820.595 euro, in percentuale superiore dell’1,6% rispetto all’anno precedente.

Le pensioni ed assegni sociali sono lievemente calati (-0,4%) rispetto all’anno precedente, con una spesa annua di 211.483.544 euro. Sul piano delle entrate contributive, nel 2016, sono risultate attive 103.734 aziende con dipendenti con un aumento del 6,51% rispetto al 2015 (97.396 aziende attive), tale positivo risultato non dipende dalle nuove aziende con dipendenti avviate (nel corso dell’anno sono 12.323 con uno scostamento negativo del -21,39% rispetto all’anno precedente nel corso del quale le aziende avviate erano state 15.676), ma da una minore cessazione (hanno chiuso 4.888 aziende con dipendenti contro le 5.334 del 2015) mentre sono state 9.648 quelle che hanno sospeso l’attività.

I lavoratori dipendenti sono aumentati di 25.907 unità (+3,57%), passando da 725.336 del 2015 a 751.243 nel 2016. Rispetto al 2015, si osserva uno scostamento negativo delle assunzioni a tempo indeterminato (-35,7%) e delle trasformazioni a tempo indeterminato dei rapporti a termine (- 33,2%). Si registra un saldo positivo le assunzioni a termine (+8,86%) e quelle in apprendistato (+23,89%) mentre le assunzioni stagionali segnano una flessione del -9,24%, superiore al dato nazionale (-5,61%).

Nell’agricoltura, rispetto al 2015, diminuiscono sia gli operai a tempo indeterminato (-258 unità) che gli operai a termine (- 487 unità). Nel 2016, si assiste ad un calo dell’1,5% dei lavoratori domestici che passano da 74.247 domestici nel 2015 a 73.131 lavoratori domestici nel 2016 con una differenza di 1.116 unità. Aumenta di quasi un punto percentuale rispetto al 2015, il numero dei lavoratori domestici italiani (14.429 nel 2016) rispetto agli stranieri.

I datori di lavoro italiani sono il 92% del totale. Tra il lavoratori Autonomi, continua il trend negativo specialmente tra gli Artigiani , dove le cancellazioni (11.708 cancellati nel 2016) restano superiori alle nuove iscrizioni (10.040 nuovi iscritti). I commercianti iscritti nel corso dell’anno sono stati 13.185 e quelli cancellati 13.313. Rispetto al 2015, i titolari di imprese artigiane calano del 2% e quelli del settore commercio/terziario diminuiscono dello 0,43%.

Calano di circa 6.000 unità i lavoratori autonomi agricoli, mentre aumentano gli imprenditori agricoli professionali IAP che dal 2015 passano da 2.758 a 3.435 unità. Nella gestione separata, continua il trend negativo dei contratti di collaborazione, soprattutto per effetto della recente riforma del mercato del lavoro e la stabilizzazione agevolata delle collaborazioni, trasformate in rapporti di lavoro subordinati. Le variazioni appaiono significative: -14,78% di collaboratori iscritti e –35,38% di committenti. I professionisti calano del -20,22%.

SPECIALE VOUCHER
Riguardo al lavoro accessorio, tra l’agosto 2008 e il dicembre 2016, in Toscana sono stati venduti 27 milioni di voucher. Nel triennio 2014–2016, il volume di vendita dei voucher risulta in costante crescita a livello nazionale (voucher venduti nel 2014: 68,3 milioni; nel 2015: 108 milioni; nel 2016: 134 milioni). Il dato risulta confermato anche per le vendite di voucher in Toscana (voucher venduti nel 2014: 4,4 milioni; nel 2015: 7,3 milioni; nel 2016: 9,5 milioni).

Nel 2016, l’incremento rispetto all’anno precedente delle vendite di voucher destinati al pagamento di prestazioni lavorative di tipo accessorio, del valore nominale di 10 euro, si è attestato intorno al 23,98%. In Toscana, con riferimento all’anno 2016, l’incremento di voucher venduti rispetto al 2015 è stato del 29,48%. Nel 2015, l’incremento delle vendite registrato in Toscana rispetto all’anno precedente era stato pari al 67,27%, a fronte di un incremento a livello nazionale intorno al 58,20%.

Dai dati alimentati dalle dichiarazioni dei committenti, le tipologie di attività per le quali è stato complessivamente acquistato il maggior numero di voucher in Toscana sono il commercio (settore produttivo che, anche sul piano nazionale, registra complessivamente i maggiori volumi di vendita), i servizi ed il turismo.

Per quanto concerne il settore agricolo, originariamente destinatario della sperimentazione, i voucher venduti per tali attività nel periodo dal 2008 al 2016, a livello nazionale, rappresenterebbero circa il 4 % del totale dei voucher venduti per le altre tipologie di attività.

In Toscana, nel 2016, risultano venduti per le attività agricole 148.394 voucher. Nel 2015, sono stati impiegati, a livello nazionale, 1.495.745 lavoratori (772.224 donne, con un importo medio riscosso di euro 711 e 723.521 uomini, con importo medio riscosso di euro 680). Nel 2016, i lavoratori impiegati in totale sono stati 1.765.810 (922.621 donne con importo medio riscosso di euro 760 e 843.189 uomini, con importo medio riscosso di euro 716).

I dati recentemente rilevati con riferimento ai primi mesi del 2017 hanno tuttavia evidenziato che la crescita dei voucher venduti nell’anno 2016, calcolata rispetto al corrispondente mese del 2015, ha subito, in particolare da ottobre 2016, una significativa flessione, attestandosi, per il mese di dicembre, su valori prossimi allo zero, e facendo registrare, a febbraio 2017, una contrazione del 4,9 % rispetto al valore corrispondente del febbraio 2016, in quanto il numero dei voucher venduti (11,5 milioni) risulta sostanzialmente equivalente a quello di dicembre 2015 (11,4 milioni).

In Toscana, le vendite dei voucher in dicembre 2016, rispetto al corrispondente mese del 2015, sono aumentate, sia pure in misura molto contenuta (826.703 voucher venduti in dicembre 2016 a fronte di 795.983 voucher venduti in dicembre 2015).

Tale andamento ha probabilmente rappresentato un riflesso del dispositivo dell’art .49, comma 3, del D.Lgs. 81/2015, con cui sono stati introdotti, a carico delle imprese committenti, puntuali obblighi di comunicazione preventiva in merito all’orario di svolgimento della prestazione lavorativa, divenuti operativi a partire dalla seconda metà di ottobre 2016.

La vendita dei voucher si è poi drasticamente interrotta per effetto del D.L. 25/2017 che, abrogando gli artt. da 48 a 50 del D.Lgs. 81/2015, ha stabilito che dal 18 marzo 2017 non è più consentito l’acquisto dei buoni per prestazioni di lavoro accessorio, mentre i buoni già richiesti alla data di entrata in vigore della norma (17 marzo 2017) potranno essere utilizzati sino al 31 dicembre 2017.

Sul fronte degli ammortizzatori sociali, aumentano di oltre 1,8mln le ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate, che passano dalle 33.676.556 del 2015 alle 35.493.408 del 2016.

Per la sola cassa integrazione in deroga, le ore autorizzate sono state circa 4,8mln con un incremento del 35,35% rispetto all’anno precedente, per un totale di 3.566 autorizzazioni che hanno interessato 9.456 lavoratori.

Si riducono drasticamente le domande di mobilità che passano da 6.731 del 2015 a 3.993 del 2016, di cui 348 riguardano provvedimenti di mobilità in deroga emessi dalla Regione Toscana. Riguardo alle prestazioni di disoccupazione, il 2016 è il primo anno in cui è in vigore per l’intero anno la NASpI, al posto delle precedenti prestazioni di disoccupazione (ASpI – Mini ASpI – NASpI da maggio 2015) previste per gli anni pregressi.

In Toscana sono state definite complessivamente 138.422 domande di NASpI contro le 136.219 domande di ASpI, Mini ASpI e NASpI dell’anno precedente. Riguardo alle prestazioni creditizie e assistenziali del Welfare pubblico, si tratta di prestazioni rivolte agli iscritti alla gestione pubblica (ex Inpdap) che annualmente muovono cifre considerevoli come ad esempio i piccoli prestiti erogati nel 2016 per un importo complessivo di poco oltre i 33mln di euro, mentre i prestiti pluriennali sono stati erogati per oltre 10mln di euro e ammonta a 15mln di euro l’importo complessivo per i mutui ipotecari.

I progetti Home Care Premium (assistenza domiciliare agli anziani) della gestione pubblica, avviati nel 2014 e proseguiti nel corso del 2015 e del 2016, grazie alla collaborazione con i Comuni, le ASL, le Società della Salute, le Province, hanno movimentato una somma finanziaria pari a oltre 3mln di euro.

L’attività di verifica amministrativa e vigilanza documentale è stata finalizzata a garantire un più costante incremento dei flussi contributivi in entrata e a realizzare un valore economico sia in termini di recupero dei contributi omessi sia in termini di minor uscite previdenziali per un maggior risparmio della spesa pubblica complessiva.

A livello regionale, sono state effettuate 22.937 verifiche su tutto il territorio che hanno riscontrato irregolarità nel 60% dei casi, per un accertato complessivo di circa 15mln di euro di contributi evasi/omessi. Dall’attività ispettiva dei 73 ispettori di vigilanza dell’Inps (forza media presente nell’anno) è emerso un volume di contributi evasi, al lordo delle somme accessorie, pari a oltre 55mln di euro, e sono stati individuati 1.886 lavoratori completamente in nero e un tasso di irregolarità, a livello regionale, pari al 75% delle aziende visitate.

(fonte INPS Toscana)

Firenze, 31 maggio 2017