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Immigrazione e cittadinanza, convegno Uil a Prato

A un passo dalla cittadinanza

Lunedì 23 febbraio al Circolo Matteotti di Prato si è tenuto il convegno sulle proposte di riforma di una delle più alto riconsocimento giuridico: la cittadinanza

Immigrazione, cittadinanza, integrazione. Sono stati questi i tre argomenti principali del convegno che si è tenuto al Circolo Matteotti di Prato, organizzato dalla Uil Toscana e dalla Ital UIl Nazionale, dal titolo “A un passo dalla cittadinanza”. Un incontro, a cui hanno partecipato un centinaio di persone, con l’obiettivo di fare il punto sulle venti proposte di riforma dello status di cittadinanza che giacciono in Parlamento.

 

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“Il sindacato si deve occupare non solo dei diritti dei lavoratori ma anche dei diritti dei cittadini, e fare in modo che non si siano cittadini di serie A e di serie B – ha detto Angelo Colombo, della segreteria della UIl Toscana con delega all’immigrazione, introducendo il dibattito -. Attualmente ci sono 800 mila studenti dentro la scuola dell’obbligo in Italia, a queste persone dobbiamo dare risposte. Creare società nuova, con nuove regole e con dei principi molto saldi senza escludere e ghettizzare. Sarà un percorso che porterà alla nascita di nuova società. Un sindacato laico come la UIL dovrà farsi carico di questo percorso”.

L’iniziativa è stata anche l’occasione per presentare il progetto della Uil Toscana sull’asse stemma psicologica degli stranieri che perdono il lavoro. “Pensate a chi viene da un altro Paese per costruirsi una nuova vita e improvvismante perde il lavoro e quindi  il necessario per vivere – ha detto Colombo – Spesso queste persone non hanno il sostegno, morale e economico, delle famiglie. Si trovano sole e lontano da casa, per questo necessitano di assistenza mirata”.

 

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La coordinatrice dell’Ital Uil Toscana, Ester Ciccarelli, ha anche ricordato l’importanza dei patronati come punto di riferimento dei cittadini, passando poi a esaminare i vari pro e contro di una riforma della cittadinanza che spinga più verso lo ius soli o lo ius sanguinis. Il vice presidente della Ital Uil Nazionale, Alberto Sera, ha puntato il dito contro alcune delle ipocrisie che spesso emergono nel dibattito sull’immigrazione. “Di solito si sente dire che, in media, entrano ogni anno in Italia 50 mila stranieri. Sono tanti, è vero. Bene, sapete quanti sono i nostri giovani che ogni anno se vanno per cercare fortuna, magari per studiare o lavorare, in un altro Paese? Centomila. Forse anche su questo dato dovremmo riflettere”.

Molto accorati gli interventi di alcuni lavoratori stranieri. Tra cui Papa Demba, che tra l’altro è un sindacalista della UIL Tec, che ha sottolineato come il “processo di cittadinanza agli immigrati si è fermato in Toscana negli ultimi anni. Dovrebbe far riflettere che il presidente della Regione, Enrico Rossi, non ha mai fatto un incontro con gli immigrati. Mentre il suo predecessore, Martini, lo ha fatto, Rossi non ha mai ritenuto opportuno incontrare i cittadini immigrati. Non abbiamo bisogno di ius soli o ius sanguinis – ha aggiunto , abbiamo bisogno di ius regularis, cioè un sistema che funzioni. È vergognoso che per diventare cittadini servano 8 anni”.

Al convegno è intervenuto anche il vicesindaco di Prato, Simone Faggi, che ha la delega  all’immigrazione, ricordando come nel dibattito politico attuale finalmente sia tornato centrale il tema della cittadinanza dopo anni di stagnazione e silenzio. “Va però sottolineato – ha aggiunto Faggi – che all’amministrazione comunale di Prato non è arrivata nessuna proposta concreta da parte delle associazioni dei migranti. E questo, a mio avviso è un errore. Anche perché più che chiedere incontri e tavoli per parlare di immigrazione in senso generale, mi concentrerei su cose molto più concrete, su progetti che possano dare una svolta verso l’integrazione è la convivenza”.