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Fantappiè (UIL): Caro affitti per gli studenti, è ora di dire basta a questi prezzi folli che seguono solo la logica del profitto! Abbiamo un’altra idea di città

Va ingrandendosi vistosamente e in tutta Italia – anche a Firenze – la protesta degli studenti contro il caro affitti. Centinaia di studenti accampati nelle tende fuori dalle Università – anche qui a Novoli – che non chiedono altro di poter studiare liberamente, senza la pressione economica di affitti insostenibili che portano direttamente alla necessità di coniugare lavoro e studio per poter affrontare tali spese.

La situazione è drastica in tutta Italia e anche la Toscana non è esente dal problema: se la città più cara per uno studente si conferma Milano – dove il prezzo per una stanza singola è di 620 euro – Firenze si attesta al quarto posto, con 451 euro necessari per una stanza singola, cifra che è più alta anche della media nazionale (439 euro). Per quanto riguarda la Toscana, nelle prime venti città più care d’Italia troviamo anche Siena (335 euro per una stanza singola) e Pisa (306 euro), anche se con prezzi notevolmente più bassi rispetto alle prime posizioni di questa speciale classifica. Ma è guardando all’incremento del 2022 rispetto all’anno precedente – incremento confermato anche nel 2023 – che si comprende appieno il dramma della situazione: a fronte di un aumento medio dell’11% nel nostro Paese – comunque altissimo – Padova, Milano, Firenze (al terzo posto) e Bologna superano il 15%, con percentuali rispettivamente del 42,2% (figlia di un’espansione del polo universitario), 20,1%, 18,5% e 16,7%.

 

Prezzi che sono chiaramente drogati anche da quel fenomeno che è la turisticizzazione, per cui i centri delle città si svuotano di residenti e si riempiono di turisti, ai quali vengono affittate case con AirBnB per le quali i profitti sono decisamente più redditizi rispetto ad un affitto a studenti. A Firenze ci sono oltre 9200 appartamenti in affitto turistico, per la maggior parte nel centro storico. Numeri che la pongono come seconda città in Europa subito dopo Parigi per numero di alloggi offerti su AirBnB in rapporto al numero dei residenti.

 

Un problema quello degli affitti che potrebbe essere decisamente ridimensionato con gli alloggi universitari, che da definizione dovrebbero avere prezzi molto bassi e alte disponibilità – soprattutto nei poli universitari più frequentati – ma che nei fatti sono ancora latitanti: in Italia, a fronte di oltre 800 mila studenti fuori sede, i posti letto forniti dagli alloggi universitari sono solo 62 mila, circa l’8% di quelli che sarebbero necessari. In alcune regioni, soprattutto al Sud, non si arriva a 10 alloggi ogni mille studenti. Nonostante con il PNRR si prevedano ingenti investimenti per aggiungere oltre 100 mila posti letto, il confronto con altri paesi – come Francia e Spagna – rimane impari. 

 

Alloggi universitari insufficienti e un mercato degli affitti drogato dall’”overtourism” sono alla base di questa protesta. Da parte della UIL Toscana vorremmo mostrare il massimo sostegno e una piena solidarietà alla protesta di questi ragazzi e ragazze, che si sono giustamente stancati di dover sacrificare la propria formazione solo per potersi permettere un posto letto in un appartamento condiviso. 

 

A Firenze le principali soluzioni (extra PNRR) messe in campo fino ad ora per quanto riguarda gli immobili dati in affitto agli studenti comprendono delle residenze di lusso – vedi in Via Spartaco Lavagnini – che non possono essere adeguate per l’inclusione e l’accoglienza degli studenti.

 

Questa è un’idea di città che appare lontano da quella che la stragrande maggioranza dei cittadini avrebbe desiderato ma anche da quella dell’indimenticato Giorgio La Pira, che vedeva nel futuro di Firenze una città inclusiva, interclassista, aperta a tutti senza barriere di alcun tipo e che adesso, al contrario, si sta aprendo sempre di più alle classi più ricche dimenticandosi delle restanti.

 

Diciamo basta a questi prezzi! Diamo ai giovani la possibilità di studiare liberamente, senza far pesare sulle loro spalle – o su quelle delle famiglie – somme insostenibili, figlie solo ed esclusivamente della stessa logica del profitto che sta uccidendo il nostro tessuto sociale.

 

Paolo Fantappiè, Segretario Generale UIL Toscana