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Contratto regionale artigianato, Cna e Confartigianato stoppano le trattative dopo 2 anni di confronto

Cgil-Cisl-Uil Toscana di categoria: “Siamo sconcertati, una beffa per i lavoratori”

Sicurezza sul lavoro

Dopo più di due anni dalla presentazione della Piattaforma per il rinnovo del secondo livello contrattuale (quello regionale) del settore Legno e Lapidei artigiani, il 22 di Marzo le Associazioni di Categoria (CNA e Confartigianato) hanno dichiarato l’impossibilità di procedere nella trattativa e soprattutto la non volontà di addivenire alla firma del contratto.

Fillea-CGIL, Filca-CISL e Feneal-UIL della Toscana sono sconcertate dall’atteggiamento e deluse dalla poca responsabilità dimostrata dalle parti datoriali. “Dopo 2 anni ci sentiamo presi in giro, e con noi molti lavoratori che si aspettavano delle risposte concrete economiche e normative per migliorare la propria condizione di lavoro e recuperare il gap esistente con il settore dell’industria. Nell’artigianato ci sono alte professionalità e mestiere che va difeso e sostenuto, le nostre proposte puntano all’estensione della formazione, all’aggiornamento professionale dopo periodi di astensione, ai congedi in caso di nascita del figlio, oltre ad un riconoscimento economico secondo il raggiungimento di determinati parametri di settore. L’atteggiamento delle controparti, oltre a determinare la rinuncia al fondamentale ruolo contrattuale e di rappresentanza favorisce contrattazioni individuali, quando va bene, se non addirittura liberalità fuori busta. Il lapideo per esempio è un settore che ha determinato buone performance, pur non avendo i risultati esponenziali dell’industria con il settore estrattivo e l’export, le richieste di Cassa Integrazione sono crollate e gli addetti si sono mantenuti stabili, segno di una sostanziale salute del settore e qui il contratto è scaduto nel 2014. Per il Legno chiedevamo l’apertura di un percorso che monitorasse il settore e lo qualificasse non aggravando di particolari costi le imprese, è dal 2002 che questi lavoratori sono senza contratto di secondo livello. Dal 2010 i due settori sono stati racchiusi in un unico contratto nazionale e da qui il tavolo unico regionale”.

“Noi sindacati – aggiungono le tre sigle – siamo stati responsabili e abbiamo tenuto conto delle condizioni economiche e del momento, altrettanta responsabilità non l’abbiamo riscontrata nelle parti datoriali, anzi, evidenziamo un’assenza totale di motivazione se non quella politica. Chi oggi mette in discussione la funzione dei soggetti intermedi e di rappresentanza fino alla loro stessa esistenza non può che gioire davanti a certi atteggiamenti che rafforzano l’idea della loro inutilità. E tutto ciò avviene quando si è aperto un tavolo di confronto a livello nazionale sulle nuove relazioni industriali e il nuovo modello contrattuale tra Cgil-Cisl-Uil e le associazioni datoriali dell’artigianato, convenendo tutti sull’importanza di stabilire regole che valorizzano la produttività, la capacità competitiva delle imprese e temi come la bilateralità ed il welfare. Siamo invece convinti del ruolo indispensabile delle Organizzazioni Sindacali e del confronto sempre serrato, pertanto continueremo a portare avanti le istanze dei lavoratori oltre che la volontà di sostenere e favorire adeguate politiche di settore nella difesa del tessuto produttivo e professionale dell’artigianato che tanto rappresenta nella nostra Regione”.

Fillea Filca e Feneal, oltre a richiedere l’intervento delle Associazioni Nazionali, procederanno nella mobilitazione di tutto il settore per il Diritto al Contratto.

Firenze, 2 aprile 2016