‘Decretto Rilancio’ e regolarizzazione migranti: i sindacati scrivono ai Parlamentari toscani
Per Cgil, Cisl e Uil è un primo segnale di attenzione, ma con gravi limiti. Proposti una serie di emendamenti per modificare il testo in fase di conversione in legge
Attivarsi in Parlamento in fase di conversione in legge del Decreto Rilancio per modificare l’articolo 103 sulla regolarizzazione dei rapporti di lavoro che, pur rappresentando “un primo segnale di attenzione, così come delineato manifesta gravi limiti” in particolare per quanto riguarda gli adempimenti per la regolarizzazione, i limiti temporali per la presentazione delle domande, la durata del permesso di soggiorno e le poche attività lavorative per le quali è prevista la possibilità di regolarizzazione dei migranti. E’ quanto chiedono Cgil, Cisl e Uil della Toscana in una lettera-appello inviata ai parlamentari eletti nella nostra regione e, per conoscenza, anche alla Giunta e ai Consiglieri regionali della Toscana.
Nella lettera i sindacati indicano anche puntualmente una serie di proposte emendative formulate unitariamente, con lo scopo di “estendere l’ambito di applicazione a tutte le attività e impieghi lavorativi, concedere un più ampio termine entro il quale poter presentare le istanze di regolarizzazione e senza limiti temporali di durata del permesso, nonché ampliare la platea dei potenziali beneficiari andando oltre i requisiti richiesti per comprovare la presenza di un cittadino straniero irregolare sul territorio italiano.”
Cgil, Cisl e Uil auspicano che si arrivi ad “un provvedimento di natura strutturale, che riconosca che non è più sostenibile la presenza in Italia di oltre 700 mila cittadini stranieri, privi del permesso di soggiorno e di conseguenza privati dei fondamentali diritti e riconoscimenti della persona, per questo destinati allo sfruttamento intensivo del lavoro nero, alla contiguità con la criminalità, confinati in soluzioni abitative inaccettabili, a condizioni di salute precarie pericolose per la collettività, oltreché per sé stessi.”
“Gli stranieri irregolari – aggiungono i sindacati toscani – non vanno regolarizzati a tempo, solo perché lo chiedono le imprese che a seguito della pandemia Covid 19 si sono trovate scoperte di manodopera o perché svolgono lavori che gli italiani non vogliono fare. Devono essere regolarizzati perché sono una componente fondamentale della comunità del nostro Paese, nel presente e nel futuro.”
“Ai patronati dei sindacati in Toscana – spiegano Cgil, Cisl e Uil – tante persone vengono a chiedere informazioni sulle possibilità di questa sanatoria: aspettative che rischiano di restare deluse, per questo chiediamo ai parlamentari toscani di lavorare per allargare le possibilità di accesso.”
Qui il testo della lettera e le proposte di emendamento
Firenze, 10 Giugno 2020