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Careggi (Firenze): i lavoratori consegnano a Gentiloni una lettera sulla sanità

Inaugurazione Trauma Center Careggi (Firenze), le Rsu Fp Cgil-Cisl-Uil hanno consegnato al premier Gentiloni una lettera sulla sanità, alla vigilia della Giornata Mondiale della Salute: “Stop tagli e rigore, ci sono troppe diseguaglianze di salute, troppe persone rinunciano a curarsi, serve investire”

Il premier Gentiloni a Careggi

In occasione dell’inaugurazione del nuovo Trauma Center all’ospedale fiorentino di Careggi, le Rsu Fp Cgil-Cisl-Uil hanno consegnato al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni una lettera, alla vigilia della Giornata Mondiale della Salute: “Si invertano le politiche di rigore e di tagli alla sanità. Nel nostro Paese persistono troppe disuguaglianze di salute, troppe persone rinunciano alle cure per ragioni economiche o di inefficienza e spesso sono costrette a cercare risposte lontano dal proprio territorio. Bisogna investire su lavoro e servizio”.

IL TESTO COMPLETO DELLA LETTERA

Presidente Gentiloni,

le Rsu Fp Cgil Cisl e Uil le danno il benvenuto nella nostra Azienda per il taglio del nastro del nuovo Trauma Center.

La Sua visita in un’azienda importante del sistema sanitario regionale della Toscana è di auspicio per l’inversione delle politiche di rigore e tagli ai fondi della sanità, verso un rilancio della sanità pubblica.

Come ben lei sa, la sua visita avviene proprio alla vigilia della Giornata Mondiale della Salute, in occasione della quale la Federazione Sindacale Europea dei Servizi Pubblici (EPSU) ha lanciato, assieme a molte associazioni e movimenti, la seconda giornata europea di azione contro la privatizzazione e la commercializzazione della sanità.

Per i lavoratori e per noi delegati di sindacali di CGIL CISL UIL dell’Azienda Universitaria Ospedaliera di Careggi, un momento per rilanciare impegno e la mobilitazione per sostenere il pieno rispetto del diritto costituzionale alla tutela della salute, che non può essere ridotta a merce o compromessa dalle politiche di austerità.

Nel nostro Paese persistono troppe disuguaglianze di salute, troppe persone rinunciano alle cure per ragioni economiche o di inefficienza e spesso sono costrette a cercare risposte lontano dal proprio territorio.

La priorità è investire in prevenzione e in promozione della salute, agendo su tutti i suoi determinanti: reddito, lavoro, istruzione, alloggio, ambiente. La povertà, ricorda l’OMS, è la più funesta delle malattie e la stessa speranza di vita è legata alle condizioni sociali delle persone.

Occorre investire risorse adeguate nel Servizio Sanitario Nazionale pubblico e universale, mettendo fine alla stagione dei tagli e dei ticket, combattendo sprechi e corruzione e provando a risolvere l’annosa questione delle liste d’attesa, causa principale del ricorso alla spesa “out of pocket”. I LEA vanno assicurati in tutto il territorio nazionale per superare gli intollerabili divari. In tale direzione vanno rilanciati gli investimenti finanziari per realizzare le necessarie strutture di alta specialità nel mezzogiorno al fine di ridurre la forte mobilità sanitaria regionale.

Il diritto alla salute e a cure di qualità si garantisce grazie al lavoro degli operatori, e proprio per tale motivo devono essere superate le norme che bloccano il turn-over per consentire nuove assunzioni, e serve un investimento nel rinnovo dei contratti di lavoro. L’assistenza sociale e sanitaria consiste essenzialmente nel lavoro umano. Oltre alla componente strumentale e tecnologica rimane centrale la prestazione professionale delle lavoratrici e dei lavoratori. Lavorare per garantire salute, cura, persino vita delle persone, è una grande responsabilità, non sempre riconosciuta adeguatamente. Servono competenze e “gesti tecnici” ma senza capacità di relazione umana e sensibilità peggiora la qualità dell’assistenza. Dare valore al lavoro degli operatori migliora la qualità dei servizi per i cittadini.

Un SSN più forte può affrontare la sfida dei crescenti bisogni prodotti dai cambiamenti demografici ed epidemiologici: malattie croniche, non autosufficienza, disagio mentale, cogliendo le differenze di genere. Più risorse e orientamento della spesa le leve d’intervento, per costruire una forte rete di servizi sanitari e sociali integrati e diffusi nel territorio: dalle case della salute all’assistenza domiciliare per evitare il rischio di un uso improprio degli ospedali e del pronto soccorso. La continuità assistenziale necessita di legami forti tra servizi territoriali e ospedali.

Investire nella tutela della salute e in servizi pubblici e universali, lo afferma l’OMS, è indispensabile per assicurare i diritti di ogni persona ma è anche un formidabile investimento per migliorare le condizioni sociali, sostenendo lo sviluppo e la creazione di occupazione: come afferma la nostra Costituzione, concepire la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.

Firenze, 6 aprile 2017