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Caporalato in Toscana, Tomba (UILA): Lo sfruttamento in agricoltura viene ricordato solo d’estate. Basta con le denunce del giorno dopo, è tempo di avere dati ufficiali e certi sul tema, a cui seguano piani strutturali di controllo e prevenzione

Le anticipazioni della ricerca del Dott. Olivieri dell’Università di Pisa diffuse sulla stampa in questi giorni accendono ancora una volta i riflettori sul tema dello 𝐬𝐟𝐫𝐮𝐭𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐢𝐧 𝐚𝐠𝐫𝐢𝐜𝐨𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚, del quale ci si ricorda solo in estate o solo quando accadono tragedie.
È un 𝐩𝐫𝐨𝐛𝐥𝐞𝐦𝐚 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐞 𝐞 𝐢𝐫𝐫𝐢𝐬𝐨𝐥𝐭𝐨 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐧 𝐓𝐨𝐬𝐜𝐚𝐧𝐚, soprattutto nella forma del lavoro “grigio” ma è sbagliato generalizzare. Ci sono aziende eccellenti che rispettano lavoro e contratti e come in ogni altra regione, c’è anche qualche caso assolutamente da condannare.
La Regione fa bene a interessarsi da vicino ma vogliamo ricordare che 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐞𝐟𝐟𝐢𝐜𝐚𝐜𝐢 𝐠𝐢𝐚̀ 𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐨𝐧𝐨. Da sei anni abbiamo la legge n. 199/2016 per il contrasto allo sfruttamento in agricoltura (Rete del Lavoro Agricolo di Qualità), e da cinque esiste il Piano nazionale anti-caporalato. In ogni provincia sono state istituite dalle prefetture le sezioni territoriali della Rete ma Inps e istituzioni non hanno mai dato gambe al progetto, nonostante le costanti sollecitazioni del sindacato.
Lo stesso piano regionale di contrasto al caporalato non ha mai prodotto più che linee guida non vincolanti.
𝐁𝐚𝐬𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐧𝐮𝐧𝐜𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨 𝐝𝐨𝐩𝐨, è tempo di avere dati ufficiali e certi sul tema, a cui seguano piani strutturali di 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨𝐥𝐥𝐨 𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, coinvolgendo anche le associazioni datoriali agricole a difesa delle aziende sane e virtuose.
𝐄𝐥𝐞𝐨𝐧𝐨𝐫𝐚 𝐓𝐨𝐦𝐛𝐚, Segretaria Generale UILA Toscana