Camere di Commercio, in Toscana si avalla l’impoverimento del sistema pubblico di supporto alle piccole e medie imprese
Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl Toscana attaccano le Giunte e i Consigli camerali della regione
Mentre l’Unione Nazionale delle Camere di Commercio, con l’avallo del Ministero dello Sviluppo Economico e con l’adesione della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, predispone due progetti nazionali di importanza strategica di supporto alle piccole e medie imprese, mettendoli a disposizione delle Camere di Commercio, le Giunte e i Consigli camerali di tutta Toscana, con la solitaria eccezione di Firenze, hanno deliberato di non aderirvi. Questa rappresentava l’occasione per fermare la riduzione (per un 20%) dell’importo del diritto annuale. Scelta, questa, tutta toscana visto che nel resto del Paese la quasi totalità delle Giunte e Consigli Camerali hanno scelto di aderire a questi progetti, consapevoli che – se non è il sistema pubblico a garantire i servizi in forma gratuita – i piccoli imprenditori saranno costretti a cercarli dentro un mercato privato a costi decisamente più sostenuti. Vista la spregiudicatezza di questa decisione, immaginiamo che le Giunte e i Consigli Camerali abbiano dati sui bilanci più rassicuranti di quelli che emergono dagli atti in cui risultano che un’emorragia di risorse per il sistema, con la stragrande maggioranza delle attuali Camere di Commercio in grave disavanzo di bilancio.
Le Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl ritengono questa una scelta scellerata, vista la natura dei due progetti che avrebbero consentito alle piccole e medie imprese azioni gratuite di supporto da parte del sistema camerale al contrasto alla carenza di cultura digitale dei piccoli imprenditori e alle difficoltà di accompagnamento dei giovani nel mercato del lavoro, considerati anche gli alti tassi di disoccupazione giovanile che insistono anche nella nostra Regione. Così come incomprensibile è stato l’atteggiamento assunto nella vicenda dalle associazioni di categoria, che dovrebbero rappresentare gli interessi degli stessi imprenditori. Singolari le motivazioni pubblicamente addotte per negare questa possibilità. Parlare, infatti, di oneri aggiuntivi per le imprese, quando il contributo annuale ipotizzato ammonta tra i 9 ed i 50 euro, appare infatti pretestuoso.
Per le Organizzazioni Sindacali, chi è chiamato a guidare le Camere di Commercio lo deve fare nell’interesse della collettività. Con questa scelta, la strada intrapresa dalle associazioni imprenditoriali che guidano il sistema camerale toscano sta prendendo la direzione opposta, danneggiando in un solo colpo i giovani che si avvicinano il mondo del lavoro, le piccole e medie imprese che hanno difficoltà a competere nella nuova dimensione digitale, le Camere di Commercio coinvolte e i lavoratori.
Firmato: Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl Toscana
Firenze, 12 maggio 2017