UNIONE ITALIANA DEL LAVORO

Sito ufficiale della UIL Toscana e Firenze

Multiutility in Borsa, Fantappiè (UIL Toscana), Di Caro (UIL TEC), Panzieri (UIL Trasporti): “Prima di parlare di quotazione in borsa occorre affrontare questioni occupazionali e contrattuali.

La discussione “Quotazione in borsa si o no” non può prevalere sulle priorità che ci aspettiamo come UIL dalla Multiutility della Toscana. 

 

Dopo la stipula dell’accordo sulle relazioni industriali dello scorso luglio, che regoleranno i rapporti sindacali futuri con la multiutility, serve ora affrontare in maniera urgente la questione occupazionale all’interno della società, l’internalizzazione delle attività in appalto, l’applicazione in tutta la filiera di CCNL di settore firmati dalle OO.SS. maggiormente rappresentative, la predisposizione di premi di produzione per i lavoratori, l’abbattimento delle tariffe ed una maggior qualità del servizio per gli stessi cittadini. Queste priorità devono rappresentare le questioni principali che giustificano la nascita di una Multiutility. 

 

Senza risposte su questi argomenti non riteniamo opportuno che vi siano strappi in avanti su altre questioni, come la quotazione in borsa, che non è certo una nostra priorità. Per questo attendiamo comunque una convocazione ed un coinvolgimento delle parti sociali, anche per conoscere l’ipotesi – letta finora solo sui giornali – dell’ingresso in borsa della società e che, ad oggi, ci risulta sconosciuta nei dettagli e nelle sue finalità. 

 

Come UIL, fermo restando le pessime esperienze già vissute in altre aziende per casi analoghi di quotazioni in borsa, riteniamo imprescindibile aprire in maniera prioritaria un confronto sui problemi del lavoro, del servizio e delle tariffe.

 

Paolo Fantappiè, Segretario Generale UIL Toscana

Claudio Di Caro, Segretario Generale UIL TEC Toscana

Michele Panzieri, Segretario Generale UIL Trasporti Toscana

Difficoltà nell’inizio dell’anno scolastico a Firenze 

La Federazione UIL Scuola RUA di Firenze, rappresentata dal Segretario Cristiano Di Donna, esprime profonda preoccupazione riguardo alle difficoltà riscontrate già ad inizio anno scolastico nella città ed in tutta la provincia.

 

Gli studenti oggi a scuola sono circa 21.800 nella scuola dell’infanzia, 41.200 quelli della primaria, 27.300 i ragazzi alle medie e 43.350 gli studenti alle superiori.

 

A questi ragazzi, che ricordiamo sono il futuro della nostra città, va garantito una corretta gestione delle lezioni e un’attenzione adeguata alle esigenze individuali non lasciando indietro nessuno, in modo particolare i ragazzi con diversa abilità. Allo stato attuale delle cose sono oltre il 70% i docenti di sostegno non specializzati che operano con grande dedizione ma senza titolo e quindi senza un percorso di formazione adeguato. Proprio su questo tema a livello nazionale è partita un’iniziativa forte per abolire il numero chiuso per l’accesso alla specializzazione su sostegno, come primo passo per risolvere l’annosa questione. Infatti, abolendo il numero chiuso si garantirebbe un numero adeguato di insegnanti specializzati a sostegno degli studenti bisognosi.

 

Anche quest’anno le dotazioni organiche, quindi le persone che lavorano nelle scuole fiorentine, sono inadeguate rispetto al reale fabbisogno. Parliamo di carenza cronica sulla questione del personale Ausiliario Tecnico e Amministrativo (ATA) dove siamo in prima linea nel cercare di ottenere più persone a lavorare per garantire un servizio essenziale per l’organizzazione delle attività logistiche e amministrative all’interno delle scuole.

Per non parlare poi del problema storico, ribattezzato “supplentite”, ovvero l’eccessivo ricorso a insegnanti supplenti con tutte le conseguenti problematiche legate al fenomeno. 

Sono infatti più di tremila i docenti precari chiamati a fare i supplenti e così come più volte da noi evidenziato molti, essendo lavoratori che provengono da altre regioni, ancora in cerca di una casa ad un prezzo accettabile. Altro aspetto molto critico da non sottovalutare. Uno dei motivi principali della rinuncia al lavoro nella scuola è quello dei costi di vita troppo alti rispetto a stipendi fermi da anni ed inadeguati.

 

In conclusione, questi fattori stanno compromettendo seriamente il regolare svolgimento delle attività didattiche e amministrative nelle scuole fiorentine, impoverendo il concetto di scuola come luogo di crescita, apprendimento e coesione sociale. Noi continueremo a rappresentare gli interessi dei lavoratori della scuola, degli studenti e delle famiglie. Chiediamo a tutti di prendere seriamente in considerazione queste problematiche e di supportarci nell’agire tempestivamente per garantire una agognata normalità.

 

Cristiano Di Donna
Segretario generale Uil Scuola Firenze

Inizia UIL Camp a Cesenatico: dalla Toscana folta delegazione

Oggi si apre l’edizione di quest’anno di 𝐔𝐈𝐋 𝐂𝐚𝐦𝐩 a Cesenatico, la tre giorni di alta formazione sindacale che la UIL offre a cento giovani da tutta Italia.

La giornata odierna è dedicata alla 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐨𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, con interventi sulla 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐨𝐯𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚𝐢𝐨, sulle 𝐦𝐨𝐝𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐨𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di una struttura complessa e sui 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢 che la UIL offre alle persone, in tutto il Paese e non solo.

Dalla Toscana la delegazione è molto nutrita, con 𝐑𝐢𝐜𝐜𝐚𝐫𝐝𝐨 𝐈𝐦𝐩𝐞𝐫𝐢𝐨𝐬𝐢 e 𝐃𝐚𝐧𝐢𝐞𝐥 𝐃𝐞𝐧𝐚𝐫𝐨 (UIL Toscana), 𝐅𝐞𝐝𝐞𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐌𝐨𝐧𝐭𝐚𝐠𝐡𝐢 (UILM), 𝐁𝐫𝐮𝐧𝐨 𝐁𝐞𝐫𝐭𝐚𝐧𝐞𝐥𝐥𝐢 e 𝐅𝐞𝐝𝐞𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐋𝐚𝐭𝐢𝐧𝐢 (FENEAL UIL), 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐨 𝐑𝐨𝐬𝐬𝐢 (ENFAP Toscana), 𝐍𝐢𝐜𝐨𝐥𝐚 𝐌𝐨𝐫𝐚𝐜𝐜𝐡𝐢𝐨𝐥𝐢 e 𝐆𝐥𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐑𝐮𝐬𝐭𝐢𝐠𝐡𝐢 (ADA).

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Taglio sulla rivalutazione delle pensioni, Barbagallo (UILP): “Basta mettere le mani in tasca ai pensionati”. Nocentini (UILP Toscana): “Impatto potenzialmente devastante per la classe media”.

Si ragiona sulla Legge di Bilancio e come al solito si pensa di mettere le mani in tasca ai pensionati. Gli stessi pensionati che riescono a mettere in tavola sempre meno cibo e di qualità sempre più scadente. Gli stessi pensionati che non hanno soldi per curarsi e che rimangono impantanati nelle liste d’attesa perché tutti dicono che non ci sono soldi per la sanità. Nonostante questo la maggior parte della politica non ha voluto adottare il Mes sanitario”. Così Carmelo Barbagallo, Segretario generale Uil Pensionati.

 

Nella nostra piattaforma unitaria -continua Barbagallo- abbiamo molte proposte sia sul campo sanitario, sia sulla Non Autosufficienza, sia sul potere d’acquisto. Per ora non abbiamo ricevuto alcuna risposta.

 

Invece di ascoltarci, il Mef chiede all’Inps di simulare l’impatto di nuovi tagli sugli assegni pensionistici.

 

Non c’è bisogno di nessuna simulazione. Gli effetti di un nuovo taglio sulla rivalutazione sarebbero devastanti. Si tratta di affamare la classe media, in particolare 4 milioni di pensionate e pensionati, già messi in ginocchio dal mancato adeguamento dell’anno scorso.

 

Per questo come Uilp abbiamo avviato cause pilota contro il taglio della rivalutazione delle pensioni di importo superiore a 4 volte il Trattamento minimo. Abbiamo depositato diffida all’Inps e adesso procederemo alla seconda fase, con l’invio delle cause ai diversi Fori competenti e l’obiettivo è arrivare alla Corte Costituzionale. Naturalmente, il nostro impegno è rivolto anche alle pensioni di importo più basso, per le quali ad esempio chiediamo l’ampliamento della Quattordicesima e l’incremento delle somme per chi già la riceve e la riduzione delle tasse.

 

L’ipotesi di un ulteriore taglio per noi non è nemmeno da considerare e, in caso si realizzasse, di certo non staremmo fermi. Allo stesso modo, non rimarremmo con le mani in mano se nella Legge di Bilancio non ci fossero finanziamenti adeguati per la Non Autosufficienza e per potenziare la sanità pubblica.”

 

Anche la Segretaria Generale UILP Toscana Annalisa Nocentini si dichiara fortemente contraria: “In Toscana la platea di beneficiari andrà allargandosi sempre di più, visto l’incrementarsi dell’incidenza della popolazione in età pensionabile sul totale: questo significa un impatto potenzialmente devastante del taglio sulla rivalutazione delle pensioni, soprattutto sulla classe media

 

Che prosegue: “Sono anni, se non decenni, che si continua a mettere mano alle tasche dei pensionati, con ritocchi sempre al ribasso e mai un adeguamento degli importi all’inflazione, che nel frattempo è andata crescendo esponenzialmente. Una recente ricerca del Consiglio Nazionale Giovani ha mostrato come nel prossimo futuro sarà estremamente difficile – per diverse cause, tra cui precarietà e salari bassi – avere importi pensionistici dignitosi, sopra ai mille euro: di questo passo le previsioni saranno fin troppo positive, visto che si inizia già adesso a modificare al ribasso gli importi”.

 

Continua sulla sanità, dicendo che “dobbiamo smettere di legarla – visto che è pubblica e universale – solo alle pensioni: è un diritto di tutti che però ci stanno togliendo lentamente, con un servizio qualitativamente sempre più basso e un’attenzione sempre minore alle aree interne e rurali della nostra regione”.

 

Conclude sottolineando come “la UILP non si fermerà con questa battaglia finché non otterremo una pronuncia della Corte Costituzionale. Da soli o meno, andremo avanti in questa battaglia di civiltà”.

L’incontro di aggiornamento in Regione sulle principali infrastrutture in corso di realizzazione

Oggi la UIL Toscana presente, con il Segretario Generale 𝐏𝐚𝐨𝐥𝐨 𝐅𝐚𝐧𝐭𝐚𝐩𝐩𝐢𝐞̀, al convegno organizzato dalla 𝐑𝐞𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐓𝐨𝐬𝐜𝐚𝐧𝐚 sullo stato dell’arte delle 𝐩𝐫𝐢𝐧𝐜𝐢𝐩𝐚𝐥𝐢 𝐢𝐧𝐟𝐫𝐚𝐬𝐭𝐫𝐮𝐭𝐭𝐮𝐫𝐞 in corso di realizzazione nell’area vasta 𝐅𝐢𝐫𝐞𝐧𝐳𝐞 – 𝐏𝐫𝐚𝐭𝐨 – 𝐏𝐢𝐬𝐭𝐨𝐢𝐚.

Tanti i progetti importanti relativi al 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐟𝐞𝐫𝐫𝐨𝐯𝐢𝐚𝐫𝐢𝐨, 𝐭𝐫𝐚𝐦𝐯𝐢𝐚𝐫𝐢𝐨, 𝐚𝐮𝐭𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚𝐝𝐚𝐥𝐞 𝐞𝐝 𝐚𝐞𝐫𝐨𝐩𝐨𝐫𝐭𝐮𝐚𝐥𝐞.

Quello che auspichiamo come UIL Toscana è che i 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐢 𝐝𝐢 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 di tutte queste importanti infrastrutture siano 𝐜𝐞𝐫𝐭𝐢 𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐫𝐞𝐭𝐢, perché non vogliamo trovarci nelle stesse condizioni che hanno caratterizzato i lavori del passante AV della linea ferroviaria sotterranea di Firenze, opera nata negli anni ‘90 e che forse vedrà la sua realizzazione definitiva nel 2028, dopo quasi 30 anni dal suo progetto esecutivo.

La Festa Democratica della Piana di Lucca, presente anche Fantappiè nel dibattito su precariato e salario minimo

Questa sera si è tenuta la prima Festa Democratica della Piana di Lucca, alla quale ha partecipato anche il Segretario Generale della UIL Toscana 𝐏𝐚𝐨𝐥𝐨 𝐅𝐚𝐧𝐭𝐚𝐩𝐩𝐢𝐞̀, nel dibattito sul 𝐩𝐫𝐞𝐜𝐚𝐫𝐢𝐚𝐭𝐨 𝐞 𝐬𝐮𝐥 𝐬𝐚𝐥𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐦𝐢𝐧𝐢𝐦𝐨.

Nel suo intervento Fantappiè ha evidenziato come circa 𝐭𝐫𝐞 𝐦𝐢𝐥𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐞 𝐦𝐞𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢 in Italia siano sottoposti a 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐢 di lavoro stipulati da sindacati “𝐠𝐢𝐚𝐥𝐥𝐢” o “ filo aziendali”, altri ancora siano senza addirittura contratto collettivo, con condizioni economiche e normative impossibili per una vita serena e dignitosa.

È fondamentale che a tutti questi lavoratori si applichino contratti di lavoro firmati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative, ovvero da CGIL, CISL e UIL.
Il 𝐬𝐚𝐥𝐚𝐫𝐢𝐨 𝐦𝐢𝐧𝐢𝐦𝐨 𝐝𝐨𝐯𝐫𝐚̀ 𝐜𝐨𝐫𝐫𝐢𝐬𝐩𝐨𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐢 𝐦𝐢𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐮𝐚𝐥𝐢 proprio di questi contratti.

Resta però fondamentale 𝐫𝐢𝐧𝐧𝐨𝐯𝐚𝐫𝐞 𝐬𝐮𝐛𝐢𝐭𝐨 i contratti di lavoro scaduti, cosa che non avviene in Italia prima di tre/quattro anni dalla loro naturale scadenza, facendo perdere notevole 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐝’𝐚𝐜𝐪𝐮𝐢𝐬𝐭𝐨 agli stipendi.
Serve una 𝐝𝐞𝐭𝐚𝐬𝐬𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 seria destinata agli aumenti contrattuali, ai rinnovi dei contratti di secondo livello ed alla tredicesima.

Usciamo fuori dalla 𝐩𝐨𝐥𝐞𝐦𝐢𝐜𝐚 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚 del salario minimo a 9 euro lordi l’ora e pensiamo a valorizzare il lavoro svolto da CGIL, CISL e UIL ascoltando e recependo le indicazioni che le stesse hanno bene evidenziato nella loro piattaforma unitaria e rivendicativa consegnata alle controparti politiche.

 

11 settembre 1973: Golpe in Cile, ucciso il Presidente Salvador Allende

L’𝟏𝟏 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝟏𝟗𝟕𝟑 il Cile fu scosso da un golpe militare che pose fine all’esperienza democratica guidata da Salvador Allende e segnò l’inizio del regime totalitario di Augusto Pinochet. Un evento che determinò una svolta cruciale nella storia del paese sudamericano, ma anche un monito per il mondo intero sull’importanza dei valori democratici.

Allende incarnò il sogno di un Cile 𝐞𝐪𝐮𝐨 𝐞 𝐠𝐢𝐮𝐬𝐭𝐨, 𝐟𝐨𝐧𝐝𝐚𝐭𝐨 𝐬𝐮𝐥 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐢 𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐨𝐧𝐭𝐚̀ 𝐩𝐨𝐩𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞. La sua elezione nel 1970 fu un atto di fiducia nella possibilità di cambiamento pacifico e democratico, in un continente spesso dilaniato da regimi autoritari.

Il suo coraggio non conobbe limiti nemmeno nel momento più oscuro: di fronte alle truppe che assediavano il Palazzo di La Moneda, 𝐀𝐥𝐥𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐫𝐢𝐟𝐢𝐮𝐭𝐨̀ 𝐝𝐢 𝐚𝐫𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐬𝐢. La sua decisione di restare al suo posto, piuttosto che cedere alla violenza, è un esempio di eroismo che continua a ispirare intere generazioni.

L’esperienza cilena dimostrò che i 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐢 𝐝𝐞𝐦𝐨𝐜𝐫𝐚𝐭𝐢𝐜𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐝𝐚𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚𝐭𝐢, ma richiedono un costante impegno e vigilanza. A 𝟓𝟎 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐝𝐚𝐥 𝐠𝐨𝐥𝐩𝐞 𝐢𝐧 𝐂𝐢𝐥𝐞, l’eredità di Salvador Allende e la lezione della sua tragica fine ci ricordano che la difesa della democrazia è, appunto, un impegno collettivo. Il suo 𝐜𝐨𝐫𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐧𝐞𝐥 𝐫𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥’𝐨𝐩𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 continua a illuminare il cammino verso un mondo in cui la volontà del popolo e i diritti civili e sociali siano al centro di ogni decisione politica.