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Cgil, CIsl e Uil proposte su servizi socio-sanitari

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Welfare locale, le priorità dei sindacati: Liste d’attesa, Case della salute, cure intermedie

Le priorità, ma anche i problemi e i ritardi nei servizi socio sanitari sul territorio in un documento unitario approvato stamani

COMUNICATO STAMPA

Liste d’attesa; Case della salute; cure intermedie e assistenza domiciliare: sono le tre priorità sul fronte del welfare locale da affrontare a Firenze secondo Cgil, Cisl e Uil che, assieme ai rispettivi sindacati pensionati, Spi, Fnp e Uilp, hanno approvato stamani un documento in cui indicano problemi e ritardi e avanzano proposte.

In particolare, sulle liste d’attesa “la necessaria collaborazione tra pubblico e privato –dicono i sindacati- deve prevedere che le strutture pubbliche garantiscano la totalità delle prestazioni e che rimangano il fondamentale riferimento”, mentre “la nuova organizzazione prevista non deve tradursi in una riduzione di servizi”, rispettando “pienamente i tempi previsti” per le prestazioni.

Cgil, Cisl e Uil chiedono che “che tutte le prestazioni di specialistica e diagnostica siano assicurate dalle strutture pubbliche” anche attraverso “un ampliamento orario giornaliero e settimanale del servizio” e “un numero maggiore di postazioni” e che si arrivi alla “totale saturazione delle strutture pubbliche”. I sindacati chiedono poi che per le visite specialistiche si garantisca “parità di tempi di attesa tra l’attività pubblica a ticket e l’attività libero-professionale (INTRAMOENIA).”

A proposito delle Case della salute si fa notare come “i piani aziendali prevedono l’apertura di 11 CDS per la ASL 10 e di 18 CDS per Empoli” mentre “per Firenze risultano aperte solo 2 CDS e per Empoli 6. Considerato che si è pienamente attuata la riduzione dei posti letto ospedalieri –notano i sindacati- è assolutamente essenziale che le CDS siano aperte senza ulteriori ritardi”, garantendo “il pieno funzionamento delle strutture” e “la presenza dei medici di medicina generale.”

Sulle Cure intermedie e l’assistenza domiciliare si sottolinea come a seguito della riduzione dei posti letto ospedalieri è necessario realizzare rapidamente i due tipi di cure intermedie previste: a bassa intensità e comunitarie.” Anche qui invece si rilevano pesanti ritardi. Secondo le previsioni infatti “dovevano già essere attivati sul territorio 456 posti per la ASL 10 (di cui 330 già esistenti) e 90 posti per la ASL 11 (di cui 48 già esistenti).” Ma il monitoraggio della Regione a ottobre scorso indicava che per la ASL 10 non sono stati attivati 30 posti e non sono stati confermati i 330 posti dichiarati come esistenti; per la ASL 11 non sono stati attivati nessuno dei 42 posti da attivare.”

Infine si chiede il “potenziamento dell’assistenza domiciliare post acuzie” e “la verifica e puntuale attuazione” della delibera regionale sul servizio di odontoiatria.