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Poste, le conseguenze del piano di riorganizzazione sulla Toscana. Il 3 giugno sarà sciopero generale Slc Cgil e UilPoste: “Basta tagli su lavoro e servizi, nell’interesse di dipendenti e utenti: servono investimenti e assunzioni”

Sciopero nazionale in Poste Italiane il 3 giugno, indetto da Cgil, Uil e le categorie di settore (Slc Cgil e UilPoste). Nell’occasione, è in programma una manifestazione nazionale a Bologna. Allo sciopero si aggiunge un ricorso giurisprudenziale per impugnare i recenti accordi di riorganizzazione delle divisioni postali che di fatto hanno estromesso la Cgil e la Uil dai tavoli congiunti di trattativa.

Al centro della protesta del 3 giugno c’è il piano di riorganizzazione che prevede tagli degli organici che renderanno sempre più difficile garantire servizi e lavoro di qualità, portando carichi insostenibili di lavoro e carenze di personale. Dicono Slc Cgil e UilPoste Toscana: “I recenti accordi aziendali confermano una strategia che punta ad aumentare il valore dell’impresa tagliando sui costi del lavoro. Nella divisione Sportelleria e Ramo Finanziario si registra una grave carenza di personale per garantire l’apertura degli uffici postali, con continui spostamenti degli operatori, sportelli chiusi e migliaia di ore di straordinari all’anno”. Poste è una azienda che negli ultimi 8 anni ha aumentato i ricavi e gli utili, ha ristretto l’organico stabilizzato, ha accresciuto l’organico precario, ha abbassato il costo del lavoro.

Queste le conseguenze del piano di riorganizzazione sulla Toscana:

 

GLI SPORTELLISTI

Nel solo ramo toscano, su 900 uffici postali, mancherebbero all’appello (in base alle dimensioni e all’attività dell’ufficio) almeno 160 operatori, ma i posti da assegnare (attraverso un prossimo concorso interno) sono appena 14 per tutta la regione, così suddivise: Arezzo 1, Firenze 5, Grosseto 1, Lucca 1, Massa Carrara 1, Pisa 1, Pistoia 2, Prato 2. “Numeri giudicati assolutamente insufficienti a garantire la piena operatività degli uffici e la qualità del servizio per cittadine e cittadini”, dicono Slc Cgil Toscana e UilPoste Toscana.

 

I PORTALETTERE (TAGLI BASATI SU CRITERI INGIUSTIFICATI)

Anche la rete dei portalettere è al centro della protesta: previsto un taglio di 210 zone di recapito (che apre la porta a numerosi esuberi tra i portalettere) nella sola Toscana entro il 2026, con l’avvio già nel 2025 a partire dalla provincia di Lucca, a cui seguiranno Pistoia e Pisa (sempre quest’anno) mentre alle altre province toccherà nel 2026. La riorganizzazione si basa su una presunta riduzione del 49% dei volumi della corrispondenza, un dato in netto contrasto con quelli ufficiali dell’Agcom, che stimano un calo tra il 19% e il 21% (2019–2023). Inoltre, non sono considerati: l’aumento della consegna pacchi; le nuove lavorazioni (es. cartelle esattoriali, SIM, referti medici); l’introduzione di nuovi prodotti e servizi.

 

I CORRIERI

Anche sul fronte della logistica i problemi sono evidenti. Gli interventi sugli spazi immobiliari dei corrieri risultano inadeguati, e non sono stati definiti né il chilometraggio complessivo né una reale flessibilità oraria. Inoltre, col nuovo piano di Poste i corrieri dovranno lavorare tre ore in più settimanalmente come flessibilità obbligatoria.

Slc Cgil Toscana e UilPoste Toscana dichiarano: “Non sosterremo mai una riorganizzazione che non tiene conto dei carichi di lavoro attuali e che non punta a migliorare il servizio. Anzi, porta un peggioramento delle condizioni lavorative e un ulteriore arretramento del presidio del territorio, a cui si aggiunge una ancora non del tutto scongiurata ulteriore trance di privatizzazione che lo Stato ha preventivato e non ancora ufficialmente escluso. Difendiamo il lavoro e i diritti di lavoratrici e lavoratori, e con lo sciopero del 3 giugno faremo sentire forte la nostra voce. Basta tagli, nell’interesse di lavoratori e utenti: servono investimenti e assunzioni”.