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Maggio Fiorentino, disponibili a lavorare con il nuovo sovrintendente Chiarot

Lisanti (Uilcom Toscana): “Abbiamo sempre considerato che il cambio al vertice non fosse utile al percorso di risanamento intrapreso, ci auguriamo di avere torto”

maggio fiorentinoCon l’approvazione del bilancio consuntivo 2016, non solo in pareggio ma con un utile cospicuo, si chiude una fase importante, che si potrebbe definire storica, della vita della più prestigiosa istituzione musicale fiorentina e tra le più importanti d’Europa.Con l’approvazione del bilancio infatti il Sovrintendente Bianchi dopo 4 anni, di cui uno da commissario, lascia la conduzione della Fondazione al Dott. Chiarot che oggi entra in carica.

Questa O.S. ha sempre espresso l’opinione, al contrario di altri che l’hanno voluto e reso possibile, che un cambio al vertice della Fondazione non fosse utile rispetto al percorso di risanamento e rilancio avviato e che una discontinuità nella gestione, al di là del valore indiscutibile del nuovo Sovrintendente, facesse correre il serio rischio non solo di rallentare, ma addirittura fermare quella tendenza positiva che faticosamente si sta affermando. A questo punto, ovviamente, non possiamo che augurarci di avere torto e fin da adesso assicuriamo la nostra disponibilità a lavorare affinché non si verifichi quanto temiamo.

Diciamo subito che sul giudizio di questi 4 anni di amministrazione Bianchi oltre ad alcuni errori di gestione, pesa in modo rilevante la chiusura del corpo di Ballo che questo sindacato, l’unico a presentare una proposta concreta per la sua sopravvivenza, ha provato a salvare nel silenzio assordante del Sindaco Presidente della Fondazione e del Consiglio di indirizzo.

Malgrado questa ferita non rimarginabile – perché al contrario dei due dolorosi trasferimenti in Ales, in cui però nessuno ha perso il lavoro, la scelta di chiudere il corpo di ballo non era prevista nel piano industriale firmato da tutte le OO.SS. – non si può non dare “riconoscimento al Sovrintendente dott. Francesco Bianchi – parole dei Sindaci Revisori – di aver efficacemente iniziato, in un momento di oggettiva criticità per la vita della Fondazione lirica, un’opera di risanamento sia dal punto di vista economico-finanziario, che patrimoniale, che ha avuto esiti senz’altro apprezzabili sia sotto il profilo dei risultati economici conseguiti negli ultimi esercizi, che sotto il profilo afferente il Patrimonio della Fondazione”.

I meriti che secondo questa O.S. si possono ascrivere alla Sovrintendenza Bianchi sono diversi:
a) stante la condizione di fallimento tecnico in cui versava la Fondazione a causa delle pessime precedenti gestioni, l’aver proposto un difficile ma vero piano industriale da TUTTI poi condiviso e firmato, in cui era descritto un progetto chiaro di risanamento e rilancio artistico, e non invece un accordicchio tampone come quello per esempio del 2012, che prevedeva la cassa integrazione e poi il nulla, e che per questo noi non firmammo;
b) l’avvio di un vero controllo di gestione che mai la Fondazione aveva avuto e che pur lentamente comincia a produrre i suoi effetti sul controllo dei costi;
c) l’aver riportato i bilanci in pareggio. Le partite straordinarie utilizzate per raggiungere questo obbiettivo derivano dallo stralcio del debito. Quindi essendo di esso una diminuzione e non come nel 2006 derivanti da vendita di patrimonio le partite straordinarie non si possono non ascrivere a merito;
d) l’aver riportato gli incassi da biglietteria a livelli degni per la Fondazione. Incassi tra i migliori degli ultimi 13 anni anche se non hanno raggiunto le previsioni del piano industriale. Previsioni però che, onestà intellettuale fa ricordare, fu lo stesso ex commissario Pinelli a definire “ottimistiche”.
e) l’aver riportato il pubblico all’Opera – spesso sold out – attraverso una programmazione che, pur dovendo fare i conti con una scarsità di risorse, è stata sempre di più nobilitata da titoli e Direttori di altissimo livello come la tradizione del Maggio merita. Le circa 163.000 presenze del 2016 – con una percentuale di riempimento del 73%, dato ponderato tra Opera e Goldoni che hanno capienze diverse – corrispondono al secondo miglior risultato degli ultimi 14 anni e di oltre 15.000 presenze oltre la media di questo periodo.

Quelli che però questa O.S. reputa meriti decisivi sono:

 

senza rinunciare alla presenza del Maestro Mehta – e gli appuntamenti già fissati nei prossimi anni lo confermano – aver impostato il futuro artistico della Fondazione affidando al Maestro Luisi non solo la Direzione principale ma la Direzione musicale del Teatro;
l’imponente stralcio del debito bancario; aver presentato il bilancio 2016 che evidenzia un utile netto di euro 1.381.000. Ciò, secondo le nostre analisi, avendo già effettuato accantonamenti al Fondo rischi molto oltre le necessità future e, perciò stesso, creando quasi certe partite straordinarie attive nel bilancio 2017 pari a circa 1,8 milioni di euro.
Nel piano industriale 2016-2018 l’aver, attraverso la richiesta di ri-patrimonializzazione della Fondazione richiamato la politica, vera artefice della destrutturazione del sistema delle Fondazioni lirico- sinfoniche, alle sue responsabilità. Una politica che riduce i finanziamenti alla cultura e che impiega mesi per approvare i piani industriali riducendone drasticamente gli effetti positivi. Una politica che in barba alle relazioni dei commissari straordinari per le Fondazioni lirico-sinfoniche non ricapitalizza la Fondazione oppure in corso d’anno, e parliamo della Regione, addirittura diminuisce il proprio apporto rispetto al precedente esercizio passando da euro 4.040.00 ad euro 2.839.000

La Sovrintendenza Bianchi, nonostante quindi le difficoltà in cui ha dovuto operare ma anche a errori e limiti propri, ha comunque inserito la Fondazione – grazie all’impegno decisivo dei lavoratori – in un percorso di risanamento e rilancio che deve essere completato per raggiungere i risultati attesi.

Il Sovrintendente Chiarot, siamo sicuri, saprà innestare la propria acclarata competenza in questo percorso e portarlo a compimento, valorizzando i sacrifici fatti dai lavoratori fino ad ora.

La prima è più importante sfida che il nuovo Sovrintendente dovrà vincere, e per la quale siamo pronti a dare il nostro totale sostegno, sarà portare il Comune e la Regione ad assumersi le proprie responsabilità riguardo alla ricapitalizzazione della Fondazione e all’abbattimento del debito, unico ancora non ristrutturato, verso fornitori ed artisti.

Quanto afferma il Commissario Sole nella lettera ha inviata alla Direzione del Teatro il 20 Gennaio scorso, e ribadito nella nuova comunicazione fatta qualche giorno fa, del resto, non lascia spazio ad interpretazioni: “si è quindi a dover sollecitare (…) azioni che prevedono (…) la capitalizzazione in denaro della Fondazione, da parte dei soci o di terzi (es. nuovi soci) anche dilazionata nel tempo, per importi non inferiori a 10 milioni di euro nel breve termine e di ulteriori 18 milioni di euro nel medio/lungo termine”.

Gli stessi Sindaci Revisori, riprendendo quanto messo per iscritto nella relazione al bilancio dal Sovrintendente uscente, dicono: “le criticità sulla continuità aziendale sono descritte dall’Organo di gestione (Sovrintendente)- laddove si subordina la possibilità di proseguire nell’opera di risanamento alla necessaria continuità dell’attività di supporto dei Soci Fondatori (Regione Toscana e Comune di Firenze) (…). La circostanza indicata nel bilancio, che sul punto i Soci Fondatori non abbiano “preso alcuna misura” oltre a non consentire al Sovrintendente la stesura del Piano Triennale integrato (che si ricorda non essere stato approvato dal Commissario Governativo), rende problematico prevedere un riequilibrio dal punto di vista economico e finanziario.

La situazione è ancora più delicata se si tiene conto che la Regione Toscana ha diminuito, rispetto al precedente esercizio, da euro 4.040.00 ad euro 2.839.000 il proprio apporto e che per il 2017 non sono previste sopravvenienze attive in grado di compensare gli oltre 6 milioni di euro di cui ha beneficiato il bilancio 2016 in conseguenza degli stralci con gli istituti di credito”.

Il supporto quindi dei soci fondatori non solo è necessario ma è vitale. E’, dopo tanti sforzi e sacrifici, il tassello mancante che “potrebbe senz’altro – parole dei Sindaci revisori – contribuire a garantire lo stabile pareggio economico finanziario dell’Ente”.
Questa O.S. augura per il Dott. Bianchi il meglio e al nuovo Sovrintendente l’augurio di un proficuo lavoro. Da parte nostra gli assicuriamo la più completa disponibilità al dialogo. Lo facciamo perché abbiamo sempre pensato, e la nostra storia lo dimostra, che il Teatro è un organismo in cui i ruoli, lungi dall’essere controparti, realizzano se stessi nella disponibilità al bene di tutti.

Per la segreteria Regionale Uilcom-Uil Toscana
Nicola Lisanti
Firenze, 2 maggio 2017