Continuano ad aumentare le ore destinate agli ammortizzatori sociali, la Toscana è la 5° regione in Italia dove crescono di più. Fantappiè: “Lavorare per tamponare l’emergenza, poi serviranno soluzioni strutturali”
Continuano a farsi sentire pesantemente le crisi industriali in Toscana, che si riflettono con incidenza sempre maggiore su milioni di lavoratrici e lavoratori in tutta la regione.
Infatti l’ultima rilevazione sugli ammortizzatori sociali effettuata dalla UIL e relativa al periodo tra Gennaio e Luglio 2024, rispetto alla precedente che prendeva in esame il I semestre dell’anno in corso, riporta un aumento percentuale sensibile di ore autorizzate di cassa integrazione e in generale di utilizzo di ammortizzatori sociali rispetto all’anno precedente.
Se il I semestre del 2024 rispetto al 2023 vedeva un aumento delle ore autorizzate di ammortizzatori sociali del +42,2%, il periodo Gennaio-Luglio ‘24 ha riportato un aumento del +49,2% rispetto all’anno precedente. Un aumento di sette punti percentuali che ha spostato la Toscana dal 6° al 5° posto in Italia per variazione in aumento di ore autorizzate.
Stessi numeri per quanto riguarda le sole casse integrazioni, anche se la Toscana resta settima in Italia: la variazione del I semestre ‘23-’24 era del +41,7%, nell’ultima rilevazione il dato arriva al +49%, con un delta del +7,3%. Interessante il dettaglio sulle casse integrazioni straordinarie, che passano dal +4,0% della prima rilevazione al +11,6% dell’ultima.
Prato, Arezzo e Pisa sono le tre province più in difficoltà. Non solo continuano ad aumentare le ore, ma lo fanno in modo più che proporzionale rispetto all’ultima rilevazione: Prato passa dal +104,8% al +124,5%; Arezzo dal +107,6% al +130,7%; Pisa dal +96,2% al +132,9%. Da notare come, infatti, tra le prime 15 province in Italia per aumento di ore di cassa integrazione, nella prima rilevazione trovavamo solo Arezzo (14°), mentre nell’ultima troviamo Pisa (10°), Arezzo (11°) e Prato (12°).
Da menzionare il caso fiorentino: la variazione delle ore autorizzate passa dal +64,9% al +74,0%, il che lancia Firenze al terzo posto in Italia (era 13°) per numero di ore totali di cassa integrazione.
I dati purtroppo lasciano spazio a poche interpretazioni. Per Segretario Generale della UIL Toscana Paolo Fantappiè “di fronte a delle crisi sistemiche di questa misura, che coinvolgono alcuni dei distretti più importanti della nostra regione, non possiamo che tamponare questa emergenza intervenendo, tramite gli enti preposti, con un aumento dei fondi dedicati agli ammortizzatori sociali”. Fantappiè continua spiegando che “comunque non sarebbero misure sufficienti: occorre un rilancio dello sviluppo industriale e dell’occupazione di qualità attraverso gli investimenti sul lavoro, oltre a ripensare un nuovo modo di fare impresa, che superi l’attuale articolazione in distretti e filiere”, aggiungendo che “serve anche un maggior coinvolgimento delle parti sociali nella gestione dei fondi PNRR e dei FSE, che rappresentano una vera e propria ancora di salvezza per invertire il trend attuale”.